Siria: tornano a Raqqa ex jihadisti e “vedove di Daesh”

La notizia rilanciata dall’Agenzia Fides. La decisione delle Forze democratiche siriane per decongestionare il campo di detenzione di Al Hol

Tornano nella città di Raqqa – negli anni del conflitto la principale roccaforte di Daesh in Siria, nella quale tra l’altro, nel 2012, si sono perse le tracce del gesuita romano Paolo Dall’Oglio – circa 400 famiglie di ex miliziani, di nazionalità siriana, dell’autoproclamato Stato islamico (Daesh), rilasciate dal campo di prigionia di Al Hol. A rilanciare la notizia è l’Agenzia Fides: le Forze democratiche siriane, la coalizione a guida curda che controlla il nord-est del Paese, hanno disposto il  loro rilascio, giustificandolo come misura per diminuire il sovraffollamento del campo, dove le condizioni di vita sono sempre più intollerabili e continuano a registrarsi gravi episodi di violenza. Le famiglie rilasciate da Al Hol sono composte in gran parte dalle vedove e dai figli di jihadisti rimasti uccisi durante il lungo conflitto che da anni devasta la Siria. Nonostante questo però, informano da Fides, non sono mancate voci di preoccupazione o anche di aperta contrarietà davanti al loro arrivo.

Le Forze democratiche siriane sono un’alleanza di milizie a prevalenza curda, costituitesi nell’ottobre 2015 durante il conflitto siriano, che con l’appoggio della coalizione internazionale a guida Usa controllano ampie aree della Siria nord-orientale, coincidente con l’autoproclamata Federazione democratica della Siria del Nord, detta Rojava. Al momento, il presente e il destino delle famiglie di ex miliziani di Daesh prigionieri nei campi di detenzione in territorio siriano continua a rappresentare un nodo dai risvolti umanitari di difficile soluzione. Già nel 2020 le Forze democratiche siriane hanno iniziato, con la mediazione di capi tribali locali, un processo di rilascio e ricollocamento progressivo di nuclei familiari prigionieri ad Al Hol e in altri campi di detenzione. Dopo il crollo dello Stato islamico, la Francia ha finora disposto il rientro in patria di 35 figli di jihadisti francesi che erano detenuti nei campi di detenzione sotto controllo curdo.

Nelle ultime settimane, nel nord e nel nord-est della Siria, area contesa tra diversi attori regionali e globali, si sono moltiplicate anche sanguinose operazioni “mordi e fuggi” messe in atto da cellule dormienti di Daesh ai danni delle forze militari governative, attacchi e attentati che hanno già provocato decine di morti.

18 gennaio 2021