Siria, rilanciato l’appello “Save Aleppo”

Il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi: «Allarme per la situazione umanitaria. Bisogna imporre la pace in nome di chi soffre»

Il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi: «Preoccupazione per la situazione umanitaria. Bisogna imporre la pace in nome di chi soffre»

«Le notizie che, in questi giorni, arrivano dalla martoriata città di Aleppo ci parlano di una città sconvolta dai combattimenti e dai bombardamenti. Aleppo e i villaggi vicini sono contesi tra le forze del regime, il Free Syrian Army, l’Isis e lo Ypg. L’escalation degli scontri sta causando la fuga di migliaia di siriani dalla zona a sud della città. Si stima che solo nell’ultima settimana 70mila abitanti siano stati costretti a lasciare la regione». Il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi rilancia l’appello “Save Aleppo”, a partire dalla «grande preoccupazione» per la situazione umanitaria nella città vecchia.

I combattimenti tra Isis e il regime lungo l’asse Khanasser-Athrayya, riferisce Riccardi, «hanno di fatto interrotto il collegamento tra la città e le altre zone controllate da Damasco con l’interruzione degli approvvigionamenti per la popolazione. A peggiorare la già grave situazione è l’interruzione delle forniture di acqua ed elettricità che mancano in città da 8 giorni». E la violenza «non risparmia i quartieri cristiani e i luoghi di culto. Tre giorni fa, ad Azizieh, una granata ha colpito la chiesa cattolica durante la Messa. La cupola ha miracolosamente resistito all’impatto risparmiando così la vita dei numerosi fedeli riuniti».

Insufficienti a tutt’oggi gli sforzi della diplomazia internazionale, riflette ancora Riccardi, riproponendo con forza all’attenzione di tutti l’appello “Save Aleppo”, lanciato il 22 giugno scorso. «Mentre la comunità internazionale si riunisce, proprio in queste ore, a Vienna, di fronte a tanta sofferenza e alla lenta agonia di una città un tempo simbolo di armoniosa coesistenza tra genti e fedi diverse», tornano attuali infatti le parole con cui nell’appello si afferma che «salvare Aleppo vale più che un’affermazione di parte sul campo», invitando a predisporre corridoi umanitari e a fornire rifornimenti per i civili. «Rimaniamo convinti – prosegue il fondatore di Sant’Egidio – che ‘bisogna imporre la pace in nome di chi soffre e ricostruire un futuro per questa città, storico crocevia per tanti popoli e luogo di millenaria coabitazione fra musulmani e cristiani. Bisogna aiutare Aleppo a non morire: presto e con decisione».

30 ottobre 2015