Siria, liberato il francescano Dhiya Azziz
L’annuncio in una nota della Custodia di Terra Santa. Il religioso era stato prelevato il 4 luglio. Il ricordo degli altri religiosi ancora dispersi
L’annuncio in una nota della Custodia di Terra Santa. Il religioso era stato prelevato nel pomeriggio del 4 luglio. Il ricordo degli altri religiosi ancora dispersi
Non se ne avevano più notizie dal tardo pomeriggio del 4 luglio. Poi, giovedì 9, il rilascio. È tornato a casa il padre francescano Dhiya Azziz, iracheno, 41 anni, prelevato nel villaggio di Yacoubieh, in Siria, dove c’è la sua parrocchia, dal commando di una brigata non identificata. Il Custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa aveva spiegato che il religioso doveva avere un incontro con l’emiro del luogo, che era andato sul posto, e che da lì non era più tornato. Mai arrivata nessuna rivendicazione del sequestro, anche se nelle ore successive al rapimento si era parlato dei quaedisti di Jabhat al-Nusra, rivali dell’Is.
Dalla Custodia di Terra Santa è arrivata la notizia della liberazione. Informazioni contrastanti, è spiegato in una nota, «avevano portato la gente a credere che padre Azziz fosse stato prelevato dai jihadisti affiliati ad Al-Nusra Jabhat, che amministra l’emirato del settore», e che in passato si è reso protagonista di numerosi rapimenti in Siria. Questo gruppo però «ha negato qualsiasi coinvolgimento nel suo rapimento e ha presumibilmente indirizzato le indagini della polizia nei villaggi vicini che hanno portato alla sua liberazione». Padre Dhiya, dunque, «sarebbe stato rapito da un altro gruppo di jihadisti desiderosi di trarre profitto dalla sua liberazione». Nella regione infatti opera «con interessi diversi» una moltitudine di gruppi, informano dalla Custodia.
Questioni di rivalità e di interesse, dunque, alla base del sequestro del francescano, che comunque sarebbe stato «trattato bene» durante tutta la prigionia, dichiarano dalla Custodia di Terra Santa, ringraziando «quanti in tutto il mondo hanno pregato per un esito positivo di questa prova che padre Dhiya ha subito, così come i fedeli di Yacoubieh, di cui egli è il pastore, la sua famiglia religiosa e la sua famiglia in Iraq». I francescani però ricordano che altri religiosi sono ancora dispersi in Siria. A cominciare dal gesuita romano Paolo Dall’Oglio, di cui non si hanno notizie dal 29 luglio 2013, per continuare con i due vescovi prelevati nell’aprile dello stesso anno: il metropolita Boulos Yazigi (della Chiesa ortodossa di Antiochia) e il metropolita Mar Gregorios Youhanna Ibrahim (della Chiesa siro-ortodossa). Di qui l’invito a «continuare a pregare per la pace in questo Paese».
Padre Azziz, originario di Mosul, è entrato nell’ordine dei Francescani nel 2002. Nel 2003 si era trasferito in Egitto, rimanendovi per diversi anni. Il rientro in Custodia è del 2010; quindi Amman, in Giordania. Poi la Siria, a Lattakia. Quindi Yacoubieh, nella comunità che lui stesso aveva scelto di assistere e servire.
13 luglio 2015