Siria, l’arcivescovo di Aleppo: «La città sta morendo»

Per monsignor Boutros Marayati «Se non ci sarà un nuovo “cessate il fuoco”, grazie alle trattative di Ginevra,i prossimi giorni saranno terribili»

Per monsignor Boutros Marayati «Se non ci sarà un nuovo “cessate il fuoco”, grazie alle trattative di Ginevra,i prossimi giorni saranno terribili» 

«Tutti gridano “salvate Aleppo”, e intanto Aleppo sta morendo. A pagare il prezzo più alto sono i civili, da una parte e dall’altra, a cominciare dai bambini». Così monsignor Boutros Marayati, arcivescovo armeno cattolico di Aleppo, sulla sorte del suo popolo e della sua città, dove il conflitto siriano è riesploso negli ultimi giorni, provocando centinaia di morti, tra cui diversi cristiani. I quartieri centrali di Aleppo – dove vive anche l’Arcivescovo Marayati –, sotto controllo dell’esercito governativo, sono stati investiti negli ultimi giorni da una pioggia di missili e colpi di artiglieria senza precedenti, provenienti dai quartieri controllati dai ribelli anti-Assad.

Anche quei quartieri, sotto controllo di milizie in gran parte legate alle sigle jihadiste, hanno subito bombardamenti pesanti da parte delle forze governative, che hanno colpito anche un ospedale sostenuto da Medici senza Frontiere, provocando circa cinquanta vittime. «Noi vediamo i colpi che arrivano sui nostri quartieri, e sentiamo da lontano i bombardamenti aerei. Nelle poche settimane in cui ha retto la tregua, si erano riaperte le scuole, abbiamo potuto celebrare la Pasqua, nelle nostre chiese, e la gente credeva di sognare. Ma adesso, dopo quei giorni di speranza, il sogno si è trasformato in un incubo ancora peggiore, e anche le informazioni sono incerte e manipolate. Ho sentito che le trattative a Ginevra riprenderanno solo il 10 maggio. Se non ci sarà un nuovo cessate il fuoco, i prossimi giorni saranno giorni terribili».

Secondo l’arcivescovo armeno cattolico
, il destino di Aleppo e del popolo siriano rimane nelle mani delle grandi Potenze: «La fine del conflitto – ripete Marayati – dipende dagli Usa, dalla Russia e dalle altre forze della regione: solo loro possono costringere tutte le parti coinvolte in questa sporca guerra a farla finita, mettendo da parte gli interessi e i disegni nascosti che continuano ad alimentare il massacro».

 

29 aprile 2016