Siria, l’appello del nunzio Zenari: «Non bombardate la speranza delle persone»

Il 19 novembre riceverà la berretta cardinalizia da Francesco: «Questa porpora ha il sangue di tante persone, soprattutto bambini»

Il 19 novembre riceverà la berretta cardinalizia da Francesco: «Questa porpora ha il sangue di tante persone, soprattutto bambini. Porto questa sofferenza con me»

Riceverà la berretta cardinalizia nel Consitoro di sabato 19 novembre monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco. E da lì, dalla “sua” Siria, torna a lanciare il suo appello, raccolto dai microfoni di Radio Varicana: «Fermate la violenza non uccidete, non bombardate la speranza delle persone». La porpora, riflette Zenari, «per un cardinale vuol dire sangue, essere disposto, pronto a dare il sangue per la fedeltà a Cristo e la difesa della Chiesa, ma appena ho appreso della decisione del Papa ho pensato alla Siria: questa porpora ha il sangue di tante persone, soprattutto bambini. E quindi, ecco, porterò tutte queste persone, questa sofferenza con me sabato e poi domenica in piazza San Pietro».

Il giorno dopo il Concistoro infatti monsignor Zenari sarà in piazza con Francesco per le celebrazione di chiusura del Giubileo della Misericordia. «Sono 8 anni che vengo dalla Siria alla tomba di san Pietro – racconta -; ogni volta scelgo la veste più adatta, oppure il clergyman, ma le scarpe sono le più usuali perché dico: lì sotto sarà sicuramente, anche se una parte infinitesimale, sangue innocente che ho calpestato». Ecco, prosegue il nunzio, «quando vengo in San Pietro scelgo le scarpe che indosso sempre per dire: porto questa sofferenza, questo sangue davanti alla Tomba di Pietro. E mi sembra che san Pietro a volte mi dica: “Ma caro nunzio, cosa semini qua davanti alla mia tomba?”. E io dico: “San Pietro, è il sangue dei nostri cristiani, della gente che hai conosciuto. Fai qualcosa, per questa povera gente”.

17 novembre 2016