Siria, l’appello del Consiglio Chiese Medio Oriente e il rapporto di Upp

I responsabili dell’organismo ecumenico invocano «la fine di ogni forma di violenza». Alla Camera dei deputati “Un ponte per” chiede l’embargo delle armi

Dolore e apprensione, da parte del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente (Mecc), per le vittime degli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine verificatisi di recente in Iraq, così come per l’offensiva militare guidata dalla Turchia nelle regioni della Siria nord-orientale, che potrebbe avere «gravi ripercussioni sulla integrità territoriale» di quel Paese e aggravare le emergenze umanitarie rappresentate da milioni di rifugiati e sfollati presenti nell’intera regione. In un comunicato diffuso dagli organi ufficiali del Mecc e rilanciato dall’Agenzia Fides, i responsabili dell’organismo ecumenico invocano con la preghiera «la fine di ogni forma di violenza e che sia garantita la tutela della dignità umana di tutti», riaffermando nel contempo «il diritto dei popoli all’autodeterminazione, in linea con l’arabità e i valori dell’amore, della giustizia, dei diritti umani e della responsabilità comune nella costruzione della pace». Il comunicato si conclude quindi con un richiamo alle coscienze di tutti, affinché le parti coinvolte fermino «il ciclo della guerra e della violenza nella regione benedetta dell’Oriente».

Ong UPP (Un ponte per), 16 ottobre 2019Ieri intanto, 16 ottobre, la Camera dei deputati ha ospitato la presentazione del rapporto “Civili sotto attacco. Violazioni del diritto umanitario internazionale durante operazioni militari turche e di altri gruppi armati nella Siria del Nord Est”, della ong Un ponte per (Upp). Il documento, redatto dall’unica ong italiana presente nel nord est della Siria con una missione umanitaria attiva dal 2014, fornisce «dati consolidati e informazioni approfondite e verificate sull’attuale emergenza umanitaria in corso nel Nord Est Siria» provocata dalla campagna militare turca “Fonte di Pace”, avviata lo scorso 9 ottobre.

«Riteniamo importante quanto affermato in aula dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Bene il riferimento al tributo pagato dal popolo curdo per averci difeso da Daesh. Bene l’impegno a varare una moratoria dell’export di armamenti italiani alla Turchia. Bene la proposta di portare ad ogni livello internazionale la condanna della guerra e la violazione del diritto umanitario internazionale della Turchia. Tuttavia, come ong impegnata sul terreno ad assicurare alle decine di migliaia di profughi curdi e non solo un minimo di assistenza sanitaria e sostegno d’emergenza per la popolazione colpite e in fuga dalle bombe, non possiamo accontentarci». Lo ha affermato Angelica Romano, co-presidente, insieme a Alfio Nicotra, di Un ponte per. «Stiamo lasciando Davide a lottare da solo contro Golia, la Turchia, che ha il secondo esercito più grande della Nato dopo gli Usa. L’Italia – ha detto Romano – è un forte partner commerciale della Turchia e deve poter fare di più, per esempio convocare una conferenza internazionale».

Upp ha lanciato quindi un appello al governo italiano nel quale si chiede «di varare un embargo sulle armi con effetto immediato e non solo sulle commesse future; di ritirare il contingente militare e i missili impegnati in Turchia nell’operazione Active Fence; di avanzare alle Nazioni Unite la richiesta di una no fly zone in tutto il Nord Est della Siria sul modello di quanto adottato a suo tempo sul Kurdistan iracheno». Per i responsabili della ong, «bisogna compiere ogni atto capace d’isolare il governo turco costringendolo a fermare l’aggressione armata». Da qui la richiesta «ai Comuni e a tutti gli enti locali in generale di atti di gemellaggio e solidarietà con le città curde e di votare documenti di condanna della guerra».

Anche il mondo dello sport è chiamato a dare il suo contributo. «Alla Fifa chiediamo che sia subito cancellata e spostata in altra nazione la finale della 65ª edizione della Champions League prevista a Istanbul. Nell’imminenza degli avvenimenti sportivi del fine settimana, chiediamo al pubblico un sostegno economico da destinare alla Mezzaluna Rossa Curda (partner di Upp nel nordest della Siria) e sollecitiamo i presidenti dei club di calcio professionistico a destinare una parte dei proventi dei biglietti a questa causa».

17 ottobre 2019