«Chiediamo a tutte le forze in campo e a tutti coloro che hanno responsabilità politiche di mettere al primo posto il bene della popolazione inerme della Siria e in particolare della città di Aleppo, di far immediatamente tacere le armi e di porre fine all’odio e a qualsiasi tipo di violenza, in modo tale che si possa davvero trovare e percorrere la via della pace, della riconciliazione e del perdono». È l’appello per la pace in Siria firmato dal ministro generale dell’ordine dei Frati Minori Michael A. Perry e dal Custode di Terra Santa Francesco Patton. I due francescani esprimono il loro ringraziamento a Papa Francesco «per la sua costante e attenta vicinanza a tutta la popolazione siriana che sta soffrendo in modo indicibile specialmente nella città di Aleppo, tanto nella parte orientale che in quella occidentale della città».

Proprio alle parole del pontefice si rifanno Perry e Patton, ricordando la sua esortazione ai membri degli organismi caritativi cattolici che operano nel contesto della crisi umanitaria in Siria, Iraq e nei Paesi limitrofi, il 29 settembre scorso: «Porre fine al conflitto è anche nelle mani dell’uomo: ognuno di noi può e deve farsi costruttore di pace». Di qui la richiesta che «tutta la comunità internazionale si adoperi concretamente per fare di Aleppo una zona di sicurezza, applicando le migliori soluzioni apprese in precedenti esperienze per garantire la massima collaborazione e la riuscita dell’iniziativa». L’obiettivo, chiariscono, è permettere «alla popolazione tutta, provata dalle immani conseguenze del conflitto, senza discriminazione alcuna», di ricevere aiuti umanitari, «ritrovare sicurezza e protezione e riscoprire la fiducia e la speranza in un futuro immediato abitato e animato solamente dalla pace».

I due religiosi auspicano un «piano completo per garantire l’incolumità di tutti e raggiungere definitivamente la pace», che preveda la creazione di altre zone di sicurezza nel Paese. «Queste zone – proseguono – dovrebbero essere poste sotto il controllo delle forze di pace dell’Onu, che opererebbero su mandato del Consiglio di Sicurezza e con la totale cooperazione delle diverse parti coinvolte nella guerra». Nel frattempo, a «tutti i Paesi del mondo» Perry e Patton rinnovano l’invito a essere «il più generosi possibile nell’accogliere i rifugiati siriani, nel pieno rispetto delle leggi nazionali», e a «offrire tutta l’assistenza necessaria per soddisfare gli urgenti bisogni umanitari e di sicurezza» in quel Paese martoriato dalla guerra. «Solo così, accantonati tutti gli interessi parziali – evidenziano -, si potrà giungere davvero alla conclusione di questo devastante conflitto e ridare la certezza di realizzare un vero cammino di ricostruzione della vita, della dignità e della speranza».

Il ministro generale dei Frati Minori e il Custode di Terra Santa assicurano ppreghiera e sostegno «a tutti coloro che soffrono terribilmente a causa della guerra e ai confratelli che con coraggio continuano a vivere in Siria e a testimoniare, come veri “buoni samaritani”, la loro vicinanza di servizio concreto a tutta la popolazione gravata dalle strazianti conseguenze del conflitto». Quindi l’invito accorato a tutti gli uomini e le donne «di buona volontà» a essere «artigiani di pace affinché possa essere saziata la sete di pace che abita il cuore di ogni persona, specialmente dei nostri fratelli e sorelle in Siria».

4 ottobre 2016