Siria in guerra da 6 anni. I Gesuiti: «Non è finita»

Ricorre il 15 marzo il sesto anniversario dall’inizio del conflitto siriano. Il dossier del Jesuit Refugee Service: «Il Paese continua a soffrire»

Ricorre il 15 marzo il sesto anniversario dall’inizio del conflitto siriano. Il dossier del Jesuit Refugee Service: «Il Paese continua a soffrire»

A sei anni dall’inizio della guerra in Siria, oggi, mercoledì 15 marzo, il Jesuit Refugee Service fotografa la situazione sul campo, con dati raccolti in presa diretta in un dossier da cui emerge un messaggio chiave: contrariamente a quanto sembrano indicare le notizie enfatizzate dai media internazionali, il Paese «continua a soffrire». Soltanto ieri, si legge nel documento curata da padre Cedric Prakash, «una bomba nella città di Homs ha causato un morto e ferito diverse persone. Il 12 marzo, un doppio attentato vicino a un popolare santuario sciita a Damasco ha ucciso oltre cinquanta persone, e molte di più sono rimaste ferite. Da dicembre, le zone orientali di Aleppo sono state evacuate, ma i bombardamenti continuano».

Secondo il Jrs, sono 13,5 milioni i siriani che hanno bisogno di assistenza umanitaria: la metà sono bambini. Piccoli che hanno perso la loro infanzia, visto che quasi 3 milioni di bambini siriani sotto i cinque anni sono cresciuti non conoscendo altra realtà oltre quella della guerra. Più di 6,3 milioni di persone sono sfollate all’interno della Siria; circa 4,9 milioni, per lo più donne e bambini, quelle fuggite nei Paesi vicini del Medio Oriente, tra cui Libano, Turchia, Giordania, Egitto e Iraq. Pesanti le ripercussioni di ordine sociale, economico e politico. «Centinaia di migliaia di loro hanno fatto viaggi in mare pericolosi, in cerca di rifugio; nessuno sa quanti ne sono morti in mare».

Le grandi potenze e la vasta rete di interessi costituiti, a partire da quelli del complesso militare-industriale, si legge ancora nel documento del Jrs, «continuano a devastare le vite e i destini dei siriani. Ci sono “colloqui di pace” che si svolgono tra i “pezzi grossi”; non molti però mettono troppa speranza su di loro». Continua intanto, a Damasco così come a Homs, l’attività dei Gesuiti a sostegno della popolazione, con centri di formazione e programmi di protezione rivolti ai bambini. Imminente anche il lancio di una nuova iniziativa focalizzata sulla raccolta di racconti di esperienze significative di resilienza vissute dai siriani in situazioni estreme di conflitto.

15 marzo 2017