Siria, già vacilla la tregua umanitaria nel Ghouta est

Il via nella mattina del 27 febbraio, in conformità alla risoluzione approvata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu per il cessate il fuoco. Segnalate comunque notizie di esplosioni nella roccaforte alla periferia di Damasco

Già vacilla la tregua umanitaria di 5 ore al giorno scattata oggi, 27 febbraio, a partire dalle 9 ore locale nel Ghouta orientale, a nord di Damasco, in Siria: la roccaforte dei ribelli che da oltre una settimana è sotto intenso attacco. L’Osservatorio siriano per i diritti umani, espressione dei ribelli, riferisce di raid aerei, tra cui il lancio di due bombe-barili e di missili; i media governativi invece, da parte loro, accusano le forze ribelli di aver bombardato i corridoi umanitari al fine di tenere i civili in ostaggio.

La tregua sul Ghouta era stata annunciata ieri dal ministro della Difesa russo Sergei Choïgou: sospensione delle ostilità per 5 ore al giorno, dalle 9 alle 14, per consentire i soccorsi, in conformità alla risoluzione approvata sabato 24 febbraio dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu per il cessate il fuoco nell’area. Lo stesso ministro russo aveva annunciato anche l’apertura di corridoi umanitari per permettere ai civili di lasciare il sobborgo, dove in poco più di una settimana sono morti oltre 500 civili a causa degli intensi bombardamenti da parte delle forze governative.

Ieri, 26 febbraio, anche Federica Mogherini, alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha lanciato un appello per il rispetto della tregua di 30 giorni richiesta dall’Onu per permettere l’arrivo di aiuti umanitari nel Ghouta orientale, parlando della risoluzione come di un «passo necessario e incoraggiante» che però necessita di «azioni concrete». Nel frattempo invece si è affacciato il sospetto che le forze del presidente Bashar al-Assad possano aver usato armi chimiche. Fonti locali riferiscono infatti che nella giornata di domenica almeno un bambino è morto e 13 persone sono rimaste ferite, presentando sintomi di asfissia, in un raid aereo in cui, secondo i ribelli, sarebbe stata sganciata una bomba contenente cloro allo stato gassoso. La Russia, alleata del regime siriano, ha negato qualsiasi uso di armi chimiche da parte delle forze lealiste, definendo le accuse «provocazioni».

27 febbraio 2018