Siria, dove «la Passione di Cristo si prolunga nella gente stremata»

Le parole del cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico nel Paese, all’inizio della Settimana Santa: «Cerchiamo di andare all’essenza della Pasqua»

All’inizio della Settimana Santa, il nunzio apostolico in Siria Mario Zenari rivolge il suo pensiero alla Siria e a tutti i siriani. «Cerchiamo di andare all’essenza della Pasqua, alla Passione, alla morte e alla Resurrezione di Cristo, guardandola da un’altra angolatura, quella della Passione che si prolunga in questa povera gente stremata da 9 anni di guerra, preoccupata e in ansia per questo ulteriore nemico invisibile che è il coronavirus».

Il porporato ricorda i 9 anni trascorsi in guerra, nei quali «abbiamo sempre celebrato i riti della Settimana Santa. È capitato – dichiara all’Agenzia Sir – di dover celebrare la Veglia Pasquale con il sole era al tramonto, in anticipo rispetto alla notte, sotto il rischio di bombe, razzi, mortai, missili. Questa volta non possiamo celebrare: le Chiese sono chiuse, una cosa mai provata, mai vista. Prima del conflitto – ricorda – c’erano molti pellegrini che venivano da ogni dove per partecipare ai riti delle diverse Chiese presenti in Siria. Quest’anno la ricchezza e la bellezza dei riti è stata cancellata a causa del coronavirus. Cerchiamo così di andare all’essenza della Pasqua, alla passione, alla morte e alla Resurrezione di Cristo, guardandola da un’altra angolatura. È una passione che si prolunga in questa povera gente stremata da 9 anni di guerra, preoccupata e in ansia per questo ulteriore nemico invisibile».

Eppure «la Pasqua è la vittoria di Cristo sulla morte – sottolinea con forza il cardinale – e la Siria è anche la terra di san Paolo che ci insegna a sperare contro ogni speranza». Proprio per questo, «non dobbiamo abbatterci. Il Signore è con noi e come ha avuto compassione per le folle stanche e affamate, come ha resuscitato Lazzaro e il figlio della vedova di Naim, continua ad avere compassione anche per noi. Ci sono tantissimi che in questo conflitto siriano danno seguito a questa compassione, tanti buoni samaritani, cirenei e tante Veroniche – dichiara Znari -. Sarebbe da scrivere la storia di questi anni di guerra attraverso i volti di queste persone, di questi eroi. La generosità, la solidarietà che abbiamo sperimentato e che continuiamo a provare – conclude – le troviamo in coloro che assistono e danno la loro vita per il prossimo. Lo stiamo vedendo anche in Italia con tutti quelli che stanno offrendo la loro vita per aiutare le vittime di coronavirus».

6 aprile 2020