Siria, Di Maio: serve «un processo politico credibile e inclusivo»

Il ministro degli Esteri italiano alla quarta Conferenza di Bruxelles. L’annuncio di un ulteriore contributo di 45 milioni di euro in attività umanitarie e di sviluppo destinati alla Siria e ai Paesi della regione che ospitano il maggior numero di rifugiati

Nella giornata di ieri, 30 giugno, anche il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio è intervenuto in videoconferenza alla IV Conferenza di Bruxelles sulla Siria, promossa da Unione europea e Nazioni Unite. L’obiettivo: raccogliere i fondi necessari a fronteggiare l’emergenza umanitaria e sanitaria in atto in Siria e nei Paesi vicini e riaffermare il sostegno della Comunità internazionale a una soluzione politica negoziata alla crisi siriana, sotto l’egida delle Nazioni Unite e in linea con la Risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza.

«L’Italia – ha affermato Di Maio – segue con la massima attenzione l’evoluzione del conflitto in Siria, che giunto ormai al suo decimo anno, rappresenta una delle più gravi crisi umanitarie internazionali degli ultimi anni. Alleviare le sofferenze del popolo siriano, stremato dalla guerra e su cui grava oggi il rischio di una diffusione incontrollata del Covid-19, rappresenta un imperativo morale cui l’Italia non intende sottrarsi». Non solo: Di Maio ha anche annunciato un ulteriore contributo di 45 milioni di euro in attività umanitarie e di sviluppo destinati alla Siria e ai Paesi della regione che ospitano il maggior numero di rifugiati siriani.

«Sul fronte politico – ancora le parole del titolare della Farnesina -, l’Italia rimane convinta che la soluzione della crisi non può passare attraverso l’opzione militare ma deve incentrarsi su un processo politico credibile e inclusivo, sotto l’egida delle Nazioni Unite e in linea con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza 2254». In quest’ottica, ha garantito, «l’Italia sostiene senza riserve l’azione dell’Inviato speciale del segretario generale delle Nazioni Unite, Ambasciatore Pedersen, e promuove attivamente il dialogo tra i principali attori coinvolti nella crisi siriana, per il successo del processo politico».

1° luglio 2020