Siria, bombe sulle scuole a Idlib

Save the Children: colpiti 10 edifici scolastici; almeno una bambina e altri 9 civili uccisi. «La maggior parte degli attacchi durante l’orario delle lezioni»

È di ieri, 25 febbraio, la notizia del bombardamento di 10 scuole a Idlib, in Siria, nel quale sono rimasti uccisi almeno una bambina e altri 9 civili. A riferirla è Save the Children, attiva sul campo con il suo partner Hurras Network, secondo cui alcune delle scuole colpite erano in funzione mentre altre erano in pausa per un giorno e altre ancora venivano utilizzate come rifugi. «In questa fase caratterizzata dall’escalation del conflitto – spiegano -, si tratta del più alto numero di edifici scolastici colpiti in un solo giorno a Idlib, almeno dall’inizio del 2019. Dall’inizio del 2020, sono già 22 le scuole bombardate, di cui quasi la metà in questa giornata».

La maggior parte degli attacchi ha avuto luogo durante l’orario scolastico. Le due organizzazioni umanitarie confermano che «almeno 3 insegnanti sono stati uccisi mentre decine di altri bambini e almeno 7 insegnanti sono rimasti feriti. La bambina che ha perso la vita nell’attacco di oggi è stata colpita fuori dalla sua scuola, mentre tentava di abbandonare l’edificio che è stato bombardato in modo diretto. In un’altra scuola usata come riparo dalla popolazione sfollata sono invece 4 le persone rimaste uccise dagli attacchi e 15 i feriti».

La direttrice di Save the Children in Siria Sonia Kush lo afferma con forza ancora una volta: «Le scuole devono essere un luogo sicuro per i bambini, anche in una zona di conflitto. Gli attacchi di ieri – aggiunge – sono l’ennesima conferma che i combattimenti nella nord-ovest della Siria hanno raggiunto livelli catastrofici di violenza contro i bambini e contro i civili che vanno ben oltre ciò che è accettabile nei conflitti. A Idlib nessun posto è sicuro, nemmeno le scuole», conclude Khush. Quindi l’appello: «Chiediamo a tutte le parti in conflitto di garantire la protezione di cui hanno bisogno ai bambini e ai civili, così come vanno protette le scuole e gli ospedali, affinché i bambini possano studiare ed essere curati. Le leggi internazionali in materia di diritti umani devono essere rispettate, senza più nessuna scusa».

26 febbraio 2020