Siria, allarme Unicef: oltre 2 milioni i minori senza scuola

Nel quinto anno di conflitto, molti i piccoli mai stati in una classe; 5mila gli edifici scolastici messi fuori uso; più di 1 insegnante su 4 ha lasciato il posto

Nel quinto anno di conflitto, molti i piccoli mai stati in una classe; 5mila gli edifici scolastici messi fuori uso dalla guerra; più di 1 insegnante su 4 ha lasciato il posto di lavoro

La Siria entra nel quinto anno di conflitto, e la guerra prosegue sembra cancellare, passo dopo passo, anni di progressi nel campo dell’istruzione. La denuncia arriva dall’Unicef, che avverte: molti bambini in Siria non sono mai stati in una classe e sono circa 200mila i minori che rischiano di non poter andare più a scuola a causa del conflitto. Oltre 2 milioni in tutto i piccoli che in questo mese di settembre non ritorneranno sui banchi di scuola. Anche perché nel Paese ci sono 5mila edifici scolastici non più utilizzabili perché distrutti, danneggiati o tramutati in rifugi per le famiglie, quanto non utilizzati per scopi militari.

Molti anche i genitori preoccupati dei pericoli che i bambini ptorebbero incontrare lungo la strada o a scuola. Solo nel 2014, ricordano infatti dall’Unicef, sono state attaccate nel Paese almeno 60 scuole. Alcune intenzionalmente. E oltre un quarto del personale scolastico ha abbandonato il posto di lavoro. «I servizi pubblici di base della Siria, compresa l’istruzione, sono allo stremo – dichiara Hanaa Singer, rappresentante Unicef in Siria -. Dobbiamo fare di più per evitare che le istituzioni scolastiche collassino e per dare più opportunità ai bambini di avere accesso all’istruzione nel Paese». Molti dei piccoli siriani infatti hanno già perso fino a 4 anni di scuola.

Per questo l’Unicef ha una rete di partner locali sul campo impegnati a raggiungere circa 3 milioni di bambini con la campagna “Ritorno allo studio”: dall’inizio del conflitto è stato implementato per la prima volta un programma di istruzione informale. I piccoli siriani infatti, anche nelle peggiori circostanze, «continuano a chiedere di imparare perché desiderano un futuro migliore», continua Singer. Per loro l’Unicef sta stampando a livello locale materiali scolastici e libri di testo da distribuire a chi ne ha bisogno. Circa 4 milioni, informano, i bambini andati a scuola lo scorso anno, molti dei quali per sostenere gli esami hanno attravesato zone di conflitto e checkpoint.

Il focus del programma Unicef è sulle arre in cui il conflitto è più intenso e dove le scuole sono chiuse. Un programma di apprendimento accelerato aiuterà 200mila bambini a ricominciare a studiare, reintegrandoli nei programmi di istruzione formale. Già allestiti nel Paese almeno 600 club scolastici. Nelle aree che ospitano i più alti numeri di bambini sfollati, 600 scuole sono state riabilitate e 300 classi prefabbricate sono stati allestite per altri 300mila bambini. Ora servono fondi: 68 milioni di dollari entro la fine dell’anno, 12 milioni dei quali urgentemente necessari. «È necessario che tutti sostengano i bambini della Siria perché sono il futuro del loro Paese – dichiara ancora Singer – e contribuiranno a riscostruirlo quando tornerà la pace».

Per informazioni e per contribuire alla campagna: www.unicef.it.

16 settembre 2015