Siria, Acs aumenta gli aiuti per i cristiani in fuga
La fondazione pontificia incrementa il sostegno alla “Tavola di San Giovanni il Misericordioso”, una mensa gestita dalla Chiesa melchita che a Zahle, in Libano, offre cibo a circa mille profughi al giorno
In questi giorni in cui scontri e bombardamenti nella regione della Goutha e ad Afrin hanno riportato l’attenzione del mondo sulla Siria, continua e si rafforza l’opera silenziosa della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre al fianco dei cristiani siriani. Nell’accentuarsi della crisi infatti Acs ha deciso di incrementare il sostegno alla “Tavola di san Giovanni il misericordioso”, una mensa gestita dalla Chiesa melchita che a Zahle, in Libano, offre cibo a circa mille profughi siriani al giorno. «Il progetto – spiega il direttore di Acs Alessandro Monteduro – ha avuto inizio nel dicembre 2015 con 500 pasti caldi ma il numero dei rifugiati cristiani provenienti dalla Siria è andato via via ad aumentare ed oggi le esigenze sono più che raddoppiate».
In questi lunghi anni di guerra sono migliaia i fedeli siriani che hanno trovato rifugio a Zahleh, cittadina a maggioranza cristiana ad est di Beirut, in attesa di poter un giorno tornare nel loro Paese. Qui, alla “Tavola di san Giovanni il misericordioso”, non trovano soltanto cibo ma anche sostegno spirituale e conforto, grazie alla presenza costante di un sacerdote e di alcuni volontari, che organizzano anche un servizio a domicilio per quanti non sono in grado di raggiungere la mensa. A renderlo possibile, il totale «impressionante» delle donazioni: oltre 20 milioni di euro, riferisce Monteduro. Un numero che «non rende pienamente la cifra del nostro sostegno – continua il direttore di Acs Italia -, capace di rispondere tempestivamente alle più diverse esigenze: dai vestiti per l’inverno alle intenzioni di Messe per i sacerdoti».
A fare da filo conduttore ai progetti sostenuti dalla fondazione pontificia, la scelta che siano le singole diocesi a indicare le priorità dell’azione sul campo, insieme alla copertura dell’intero territorio siriano «e non soltanto delle aree al centro degli intermittenti riflettori mediatici». Hanno preso corpo così, in questi anni di conflitto, la “Zuppa solidale” offerta dal convento Ibrahim Al Khalil di Damasco, i pacchi viveri per centinaia di famiglie cristiane a Lattakia, ma anche il progetto per dare elettricità per le famiglie cristiane rimaste ad Aleppo, gli aiuti per l’educazione e l’assistenza sanitaria per i cristiani rifugiatisi a Marmarita, nella cosiddetta Valle dei Cristiani, il combustibile fornito alle famiglie di Nebek, a metà strada tra Damasco ed Homs.
Oltre a questo, per supportare l’azione pastorale della Chiesa Acs sostiene la pubblicazione e la diffusione di catechismi e altri testi religiosi in tutta la Siria, la formazione di seminaristi, sacerdoti e religiose, e diversi campi estivi organizzati dalla Chiesa, come quello promosso a Machta Al Helou dall’arcidiocesi siro-cattolica di Aleppo. Numerose anche le ricostruzioni, tra cui quella della Chiesa di San Giorgio a Sadad, la cittadina del sanguinario attacco anticristiano avvenuto nel 2013.
10 aprile 2018