È arrivato a 80mila il numero di bambini sfollati nel nord est della Siria a partire dal 9 ottobre. A denunciarlo è l’Unicef, che parla anche di 5 bambini uccisi e 26 feriti. Secondo l’organizzazione internazionale «circa 2mila bambini sono arrivati nella regione irachena del Kurdistan superando il confine a Sahela e Al-Waleed e ora si trovano al campo di Badarash a Dohuk». Qui l’Unicef sta vaccinando i bambini, fornisce supporto psicosociale e sta lavorando per identificare e fornire orientamento ai bambini e alle madri che richiedono assistenza specializzata.

Gli operatori dell’Unicef sono attivi al confine e lavorano con i partner locali e il Dipartimento per la Sanità per fornire acqua, alimenti terapeutici pronti all’uso, kit igienici e vaccini contro polio e morbillo. Una squadra mobile per la protezione dei bambini è al confine a Sahela per fornire supporto psicosociale e rispondere ai casi più urgenti. Fino ad ora, sono stati identificati 9 bambini non accompagnati: 6 di questi sono stati riuniti alle loro famiglie, 2 famiglie sono state rintracciate, mentre un caso è ancora in via di gestione.

L’approvvigionamento idrico alla città di Al-Hasakeh è ripreso il 21 ottobre grazie agli interventi di riparazione realizzati dai partner locali sulla rete elettrica alla stazione idrica di Allouk, sabato 19. L’Unicef ha fornito 16mila litri di carburante che saranno utilizzati per il generatore di energia se la corrente elettrica dovesse interrompersi ulteriormente. Funziona al 50% (15 pozzi su 30) invece la stazione idrica di Allouk, che normalmente fornisce acqua a 400mila persone. Se la stazione non tornerà di nuovo pienamente funzionante o se non pioverà molto, questa fornitura idrica non potrà proseguire per più di un mese. Le squadre per la riparazione però hanno bisogno di accesso continuativo ad Allouk per riportarla alla capacità massima. Fondamentale dunque che che non si verifichino altri danni alla stazione idrica, soprattutto per gli oltre 200mila bambini che dipendono da essa.

L’Unicef chiede dunque ancora una volta «a tutte le parti in conflitto di fermare gli attacchi contro e attorno alle infrastrutture civili, comprese le strutture idriche nella Siria nord orientale e ovunque nel Paese».

23 ottobre 2019