Sinodo, non ridurre tutto alla questione dei divorziati risposati

L’assicurazione dell’arcivescovo Claudio Maria Celli ai giornalisti: un «panorama totalmente aperto» e un atteggiamento «profondamente pastorale»

L’assicurazione dell’arcivescovo Claudio Maria Celli ai giornalisti: un «panorama totalmente aperto» e un atteggiamento «profondamente pastorale»

Lo ha assicurato ai giornalisti riuniti nel briefing di martedì 6 ottobre l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali oltre che della Commissione per l’informazione del Sinodo: sulla questione dei divorziati risposati, come su tutto il resto, quello del Sinodo è un «panorama totalmente aperto». Si tratta, ha precisato, di un discorso «molto aperto», sul quale da parte della Chiesa c’è un atteggiamento «profondamente pastorale». Quindi l’arcivescovo ha citato l’intervento di Papa Francesco che aveva ribadito «in maniera molto esplicita» come questo fosse solo «uno dei punti» all’ordine del giorno del Sinodo. Rimane ferma, ha rilevato, «l’affermazione del Papa su quella che è la dottrina cattolica sul matrimonio».

L’insegnamento della Chiesa, gli ha fatto eco monsignor Paul André Durocher, già presidente della Conferenza episcopale del Canada, è «un dono per il mondo, non per pochi eletti». Monsignor Durocher ha spiegato quindi che al Sinodo «c’è grande unanimità sulla constatazione della crescente distanza tra la visione culturale della vita di famiglia e ciò che la Chiesa propone». Rispetto a questo, «sono possibili differenti reazioni: la prima è enfatizzare l’insegnamento della Chiesa, l’altra è enfatizzare il dialogo con il mondo». In realtà, ha ricordato l’arcivescovo, la Chiesa ha da sempre tenuto insieme questi due aspetti. «Il Sinodo è tutto meno che un ghetto – ha concluso monsignor Celli -. Si respira il clima di una Chiesa che è guidata dallo Spirito».

7 ottobre 2015