Sinodo, le famiglie in preghiera con Francesco
In piazza San Pietro l’invocazione allo Spirito. Il cardinale Bagnasco: «Non lasciare che lamento o paura prevalgano su stupore, gioia e coraggio»
In piazza San Pietro l’invocazione allo Spirito perché illumini il lavoro dei Padri. Il cardinale Bagnasco: «Non lasciare che lamento o paura prevalgano su stupore, gioia e coraggio»
Ripartire da Nazaret per ritrovare «lo spessore di una Chiesa che è madre capace di generare alla vita, che sa porsi con l’amore di un padre e di figli che si riconoscono fratelli» senza «mai considerare qualcuno soltanto come un peso, un problema, una preoccupazione o un rischio». Questo l’auspicio di Papa Francesco durante la veglia di preghiera promossa dalla Cei sabato 3 ottobre in piazza San Pietro, alla vigilia dell’apertura del Sinodo dei vescovi sulla famiglia. Francesco ha pregato «perché il Sinodo riconosca, valorizzi e proponga quanto c’è di bello, di buono e di santo nella famiglia; abbracci le situazioni di vulnerabilità, che la mettono alla prova: la povertà, la guerra, la malattia, il lutto, le relazioni ferite e sfilacciate da cui sgorgano disagi, risentimenti e rotture; ricordi a tutte le famiglie che il Vangelo rimane “buona notizia” da cui ripartire».
Al suo arrivo in piazza il Papa era accompagnato da una coppia di sposi che portava una lampada, simbolo della luce che emana da ogni famiglia, che «è sempre luce, per quanto fioca, nel buio del mondo». La lampada benedetta da Francesco è stata portata davanti all’icona della Santa Famiglia dinanzi alla quale il Papa ha sostato qualche istante in preghiera prima di andare via. «La famiglia – ha detto – è luogo di santità evangelica, realizzata nelle condizioni più ordinarie. Vi si respira la memoria delle generazioni e si affondano radici che permettono di andare lontano. È luogo del discernimento, dove ci si educa a riconoscere il disegno di Dio sulla propria vita e ad abbracciarlo con fiducia».
Insieme al Papa migliaia di famiglie hanno invocato lo Spirito Santo affinché illumini i padri sinodali in queste giornate di lavoro intenso e impegnativo. Come ha evidenziato durante il suo saluto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, quello rivolto al Papa sabato sera è stato «l’abbraccio di tutta la Chiesa che è in Italia. I presenti portano con il loro affetto la bellezza e la forza dell’essere famiglia, quasi un’eco e un prolungamento della Giornata mondiale vissuta a Philadelphia e vivissima nei nostri animi». La famiglia oggi è attaccata da più fronti ma i pastori della Chiesa non hanno intenzione di «lasciare che il lamento, la stanchezza o la paura prevalgano sullo stupore, sulla gioia e sul coraggio – ha sottolineato il porporato -; né che le analisi, legate a un contesto in cui sembra vincere la dinamica del non legarsi a niente e a nessuno ci frenino dalla disponibilità ad accompagnare i giovani nella scelta coraggiosa del matrimonio e dei primi anni della vita matrimoniale».
Le famiglie si sono messe in cammino dall’alba di sabato da ogni parte d’Italia. In migliaia si sono radunati davanti ai cancelli chiusi di San Pietro due ore prima dell’apertura. Molti i giovani che hanno intonato canti liturgici, pregato e recitato il Rosario. Palpabile la felicità di essere insieme. «Basta guardarsi intorno – le parole di Francesca, arrivata da Foggia -: la gioia che c’è sui volti di tutti, la serenità. Tante famiglie che si abbracciano e pregano insieme dando vita a una sola famiglia, quella della Chiesa». Tra le testimonianze, quella di Francesco e Lucia, 5 figli e 4 nipoti, che hanno raccontato della loro vita di coppia segnata dalla sofferenza. A Lucia da qualche anno è stata diagnosticata una rara malattia che la limita nei movimenti. Ha vissuto momenti di disperazione, ma poi «Gesù mi ha richiamato a sé. Siamo testimoni dell’amore di Dio che non ci ha mai lasciato soli». La gioia di questi sposi, «nonostante il dolore e la sofferenza – ha commentato il presidente nazionale dell’Azione cattolica Matteo Truffelli -, unito alla speranza e alla voglia di continuare a camminare insieme, è un esempio per tutti. È questa la vita vera che palpita. La famiglia che deve prendersi cura l’uno dell’altro, del più debole e sofferente, come ha detto Papa Francesco». Nelle famiglie toccate dal dolore, gli ha fatto eco Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, «si riconosce Gesù crocifisso».
Per il vescovo Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, «tutte le famiglie in piazza sono fabbriche di speranza perché guardano alla famiglia con realismo cristiano». Durante la veglia sono stati accesi migliaia di flambeaux. «Anche quest’anno i padri sinodali si sono affidati alle preghiere delle famiglie – ha detto Francesco Belletti, presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari -. Ci auguriamo che portino la luce che ha illuminato questa piazza nel cuore della chiesa». Da don Julian Carron, responsabile di Comunione e Liberazione, un «ringraziamento a Dio che continua a generare famiglie».
5 ottobre 2015