Sinodo dei vescovi, l’attesa nel segno della speranza

Dal 3 ottobre l’assemblea dedicata al tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Coinvolgimento dei ragazzi anche attraverso i social, per un’interazione giornaliera anche durante l’assise

Mancano poco più di due mesi alla XV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi in programma a Roma dal 3 al 28 ottobre sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. L’incontro dei giovani italiani con il Papa, in programma nella Capitale l’11 e 12 agosto, “Siamo qui!”, rientra nel solco delle iniziative organizzate al fine di pregare per il lavoro al quale sono chiamati i padri sinodali.

Il Sinodo dei vescovi è un’istituzione permanente della Chiesa istituita da Papa Paolo VI nel 1965 per mantenere viva l’esperienza del Concilio Vaticano II. La XV assemblea è stata indetta il 6 ottobre 2016 da Papa Francesco e fin da subito ha visto i giovani coinvolti in prima persona con la pubblicazione online di quattro questionari. Al primo, composto da quindici domande, hanno fatto seguito gruppi di tre ulteriori questionari per ogni continente. Il percorso di preparazione è stato scandito da altre tappe importanti, in particolare dalla riunione pre-sinodale svoltasi dal 19 al 24 marzo scorso nel Pontificio Collegio internazionale Maria Mater Ecclesiae, alla presenza di 315 ragazzi provenienti dai cinque continenti, conclusasi con la stesura dell’Instrumentum laboris, il documento di base su cui poggerà la discussione dell’assemblea.

Il 13 gennaio 2017, in una lettera indirizzata ai giovani di tutto il mondo, Bergoglio, nell’annunciare la celebrazione del Sinodo dei vescovi e la presentazione del documento preparatorio, li esortava a non avere «paura» bensì a farsi trasportare dallo Spirito Santo che «suggerisce scelte audaci». Chiedeva loro di non indugiare «quando la coscienza chiede di rischiare per seguire il Maestro. Pure la Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, della vostra sensibilità, della vostra fede; perfino dei vostri dubbi e delle vostre critiche. Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori». Un invito reiterato il 19 marzo scorso, quando nel Collegio Mater Ecclesiae ha chiesto loro di parlare con coraggio e franchezza: di lasciare «la vergogna dietro la porta».

Durante la presentazione dell’Instrumentum laboris, nel giugno scorso, il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario dell’istituzione sinodale, riassumeva in una sola parola il corposo documento stilato anche con la collaborazione dei ragazzi: speranza. È questa che comincia a vacillare nei giovani e che la Chiesa vuole restituire attraverso il Sinodo di ottobre. L’assise, rimarcò il porporato, deve essere l’occasione per «ritrovare la speranza della vita buona, il sogno del rinnovamento pastorale, il desiderio della comunione e la passione per l’educazione». Come annunciato dal vescovo Fabio Fabene, sottosegretario del Sinodo, i ragazzi saranno ancora consultati anche durante l’assemblea di ottobre perché è previsto uno spazio di comunicazione a loro dedicato attraverso i social media per avere un’interazione giornaliera, anche attraverso immagini e video.

30 luglio 2018