La violazione sistematica dei diritti dei popoli originari dell’Amazzonia e la vita a rischio dell’intera regione, ferita nel suo habitat. Se ne è parlato nel corso della quarta congregazione generale del Sinodo per l’Amazzonia, sempre alla presenza del Papa, nel pomeriggio dell’8 ottobre. Al centro dell’attenzione, il degrado ambientale della regione panamazzonica, da riportare al centro dell’attenzione dell’intera comunità interazionale. Da più parti, riferisce Vatican News, è arrivato l’invito alla Chiesa a divenire alleata dei movimenti sociali di base, a porsi in ascolto umile e accogliente nei confronti della «cosmovisione» amazzonica, a comprendere il diverso significato, rispetto alla tradizione occidentale, dato dalle culture locali a simboli rituali.

Ancora, è stata auspicata una vera e propria conversione ecologica che faccia percepire la gravità del peccato contro l’ambiente alla stregua di un peccato contro Dio, contro il prossimo e le future generazioni. Da qui la proposta di approfondire e divulgare una letteratura teologica che includa insieme ai peccati tradizionalmente noti anche i «peccati ecologici». Evidenziato anche l’esempio luminoso dei martiri dell’Amazzonia, come quello di due servi di Dio uccisi in Mato Grosso: il padre salesiano Rudolf Lunkenbein e il laico Simão Cristino Koge Kudugodu. Per i giovani, infine, si è chiesta una rinnovata pastorale, più dinamica e attenta. Si è parlato anche dell’immigrazione, che in Amazzonia ha molteplici volti, ma che sempre richiede un’azione ecclesiale coordinata fondata sull’accoglienza, la protezione, la promozione e l’integrazione.

Dalla V congregazione, ieri, 9 ottobre, è arrivata invece la proposta di «istituire un ministero laicale femminile per l’evangelizzazione». I padri sinodali, riferisce ancora Vatican news, hanno fatto emergere la necessità di «promuovere una partecipazione più attiva della donna nella vita della Chiesa in un’ottica samaritana» e hanno lanciato un invito a «contrastare la violenza sulle donne». Nelle parole di padre Giacomo Costa, segretario della Commissione per l’Informazione, «si tratta di far emergere la soggettività ecclesiale delle donne», ha spiegato durante il briefing in Sala stampa vaticana: «Non per una rivendicazione ma come riconoscimento di quello che si sta già vivendo», ha precisato. Ancora, dai lavori del Sinodo, è emersa «l’esigenza di far sorgere figure ministeriali laicali più partecipative», ha informato il gesuita, promuovendo all’interno della comunità ecclesiali «laici con una certa stabilità, riconosciuti permanentemente per il servizio che possono fare alla Chiesa». Di qui la necessità di una «creatività» per «nuove ministerialità che rispondano con più efficacia alle necessità dei popoli amazzonici».

Tra le proposte della quarta e della quinta congregazione generale, ha reso noto Paolo Ruffini, prefetto del dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, è stata segnalata anche la «possibilità di incrementare il diaconato permanente degli indigeni, che svolga diverse funzioni», tra cui «il ministero della Parola, l’amministrazione dei battesimi, della comunione, dei matrimoni, l’accompagnamento nelle celebrazioni per i defunti». Di «viri probati» è tornato a parlare, nel colloquio con i giornalisti, monsignor Erwin Krautler, vescovo prelato emerito di Xingu, in Brasile. «Non c’è un’altra possibilità – ha spiegato -. I popoli indigeni non intendono il celibato, e lo dicono apertamente», la testimonianza del presule, che ha confermato di avere incontrato il Papa prima della stesura della Laudato si’. Tre i punti che ha raccontato di avergli posto: «Le minacce all’Amazzonia, le sue possibilità di distruzione; le condizioni delle popolazioni indigene; la questione dell’Eucaristia, cioè il fatto che ci siano migliaia e migliaia di comunità in Amazzonia che non hanno l’Eucaristia, se non una, due o tre volte l’anno». I due terzi delle comunità amazzoniche che sono senza sacerdoti, ha continuato ancora il vescovo, «sono dirette e coordinate da donne. Si parla tanto di valorizzazione della donna, ma cosa vuol dire? Hanno bisogno di riconoscimenti concreti, come il diaconato femminile, che è un argomento del Sinodo».

Incalzato dalle domande dei giornalisti, Krautler è intervenuto anche sul concetto di politica. «Per la Chiesa – ha spiegato -, la politica è l’arte di lottare per il bene comune». Il punto di partenza, ha ricordato, sta nel pensiero di Aristotele: «L’essere umano è un essere politico». Quindi la puntualizzazione: «Non parliamo di una politica dei partiti ma di una politica che viene dal Vangelo. Gesù è stato un politico. Io prego, ma mi impegno anche per il mio popolo. Vedo uomini e donne che non sanno quale sarà il loro futuro e questo mi commuove profondamente».

10 ottobre 2019