Sicurezza dei giornalisti, Guterres: «Oltre 70 le vittime quest’anno»

Il messaggio del Segretario generale Onu nella Giornata internazionale per porre fine all’impunità per i crimini contro gli operatori dell’informazione: «Stop all’impunità»

Sono oltre 70 i giornalisti uccisi nel corso del 2022 soltanto per avere svolto il loro ruolo, «vitale nella società». Lo ha denunciato oggi, 2 novembre, il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, nella Giornata internazionale per porre fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti. «La maggior parte di questi crimini  – ha osservato – rimane irrisolta. Dobbiamo porre fine alla comune cultura dell’impunità e consentire ai giornalisti di svolgere il loro lavoro essenziale».

Alle parole di Guterres fa eco il Centro europeo per la libertà della stampa e dei media che oggi chiede ai governi di «garantire che i crimini contro gli operatori dei media non siano commessi nell’impunità». L’agenzia tiene il conto dettagliato delle minacce alla sicurezza dei giornalisti e degli omicidi rimasti senza un colpevole. Il primo della lista è ancora quello della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, poi c’è l’azero Rafiq Tagi, il giornalista del Sunday World Martin O’Hagan, ucciso nel 2001 nell’Irlanda del Nord; da chiarire ancora è l’omicidio di Jan Kuciak, tanti poi i casi in Turchia, in Ucraina, ma anche in Serbia e Montenegro.

Stando ai dati dell’osservatorio Unesco per i giornalisti uccisi, 9 omicidi di giornalisti su 10 rimangono impunti. Importanti le cifre: tra il 2006 e il 2020 sono stati uccisi 1.200 giornalisti nel mondo. «L’indifferenza è la più mortale delle armi», si legge in una nota dell’Unesco, che insieme al ministero degli Esteri austriaco e all’Ohchr ha organizzato per il 3-4 novembre a Vienna una conferenza per il 10° anniversario del Piano d’azione Onu per la sicurezza dei giornalisti.

2 novembre 2022