Sì al decreto Rilancio

Il documento varato dal Consiglio dei ministri, presentato dal premier Conte in conferenza stampa. 55 miliardi di aiuto per imprese e lavoro. «Un testo complesso, come due manovre, due leggi di bilancio». L'obiettivo: «Gettare le basi per la ripresa dell'economia»

Dopo settimane di confronti e promesse, contrasti e attese, nella serata di ieri, 13 maggio, il premier Giuseppe Conte ha annunciato l’approvazione del decreto Rilancio – l’ex decreto Aprile -, a sostegno di lavoratori, imprese e famiglie, per far fronte alla crisi economica legata all’emergenza Covid-19. «Abbiamo lavorato nella consapevolezza delle difficoltà in cui si trova il Paese»,  ha spiegato il presidente del Consiglio in conferenza stampa, , annunciando una manovra con delle prospettive di ripresa economica e sociale. E ancora: «Abbiamo impiegato del tempo, impegnandoci al massimo, ma non un minuto di più del necessario». Il risultato: un maxi decreto da 256 articoli, 464 pagine, con 55 miliardi stanziati. «Un testo complesso – lo ha definito il premier -, pari a due manovre, due leggi di bilancio. Un lavoro incredibile per orientare l’economia a una pronta ripartenza». Quindi il messaggio rivolto alle forze politiche: «Spero che maggioranza e opposizione possano migliorare il testo in Parlamento».

Accanto al premier, in conferenza stampa, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri – che ha parlato di ««decreto imponente per risorse, indirizzi forti per sostenere famiglie, imprese e sistema sanitario, ma anche per gettare le basi per la ripresa dell’economia» – e quello dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. «Un mosaico che tiene dentro tutto»: queste le parole scelte da Patuanelli per descrivere un decreto che mette 25,6 miliardi a disposizione dei lavoratori,  per gli ammortizzatori sociali rinnovati o allargati. «Ci sono persone – ha proseguito Conte – rimaste senza lavoro e senza reddito, commercianti che rischiano di chiudere, imprenditori in assoluta incertezza sul futuro: un grido d’allarme che non ci è mai sfuggito. Una fotografia dolorosa del Paese che conosciamo e per questo ci siamo impegnati al massimo facendoci carico di questa difficoltà».

Il decreto, ha sottolineato ancora il presidente del Consiglio, prevede «aiuti economici soprattutto a chi non ha ricevuto nulla». Importante ora «fare in modo che tali aiuti arrivino in maniera rapida, semplice e veloce. Abbiamo pagato l’85% della cassa ordinaria e quasi l’80% del bonus per gli autonomi. In totale abbiamo erogato misure per 4,6 milioni di lavoratori». Nel provvedimento sono previsti quindi finanziamenti per i lavoratori autonomi professionisti iscritti alle gestioni separate Inps, a cui arriveranno 600 euro subito. Un contributo, questo, che sarà dato anche a chi ne ha già beneficiato. Previsto anche il «reddito di emergenza per le fasce che hanno bisogno di una maggiore protezione».

Nel provvedimento varato dal Consiglio dei ministri sono contenute anche «misure di rilancio e sostegno alle imprese», con circa 16 miliardi tra contributi a fondo perduto per le più piccole alla capitalizzazione delle più grandi, dallo stop dell’Irap al taglio di bollette e affitti. «Per quanto riguarda le imposte – ha aggiunto Conte – abbiamo previsto il taglio di 4 miliardi di tasse per tutte le imprese fino a 250 milioni di fatturato, oltre che lo stop alla rata Irap di giugno». Annunciati sovvenzionamenti anche sul fronte della sanità. In questo ambito, ha assicurato il premier, «c’è un intervento cospicuo, pari a 2 miliardi e 250 milioni, inoltre abbiamo anche istituito un fondo per le strutture semi-residenziali per persone con disabilità, prevedendo risorse per 40 milioni». Tra le altre cose, preventivata anche l’assunzione di quasi 10mila infermieri. E ancora: 1,4 miliardi per l’università e 4mila nuovi ricercatori ed ecobonus al 110% «per ristrutturazioni green» per far ripartire l’edilizia. Boccata d’ossigeno anche per il settore del turismo e della ristorazione. Il premier infatti ha annunciato l’abolizione della prima rata per gli alberghi e gli stabilimenti balneari. Inoltre, riferendosi ai titolari di bar e ristoranti, ha annunciato che «non dovranno pagare la Cosap, la tassa per l’occupazione del suolo pubblico».

Nelle parole del presidente del Consiglio, questa è «la premessa per concretizzare la ripresa», recuperando «il tempo perduto», specie sul fronte della cassa integrazione: «Non ci sono sfuggiti i ritardi e cerchiamo di rimediare, confidiamo di erogare gli ammortizzatori ancora più speditamente di come accaduto finora». L’obiettivo è anche quello di «semplificare e fare in modo che le risorse stanziate arrivino in modo semplice, rapido e veloce».

14 maggio 2020