Shoah: Monti, furto di 20 pietre di inciampo che ricordano le vittime

Il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberta Casellati: «Atto scellerato contro la testimonianza e la memoria della ferocia umana conosciuta dal popolo ebraico e dalla sua comunità romana»

«Il furto delle pietre di inciampo, rubate nel quartiere Monti e dedicate alle famiglie Di Castro e Di Consiglio, è il segnale preoccupante di una nuova barbarie». Lo ha dichiarato il presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, in un messaggio indirizzato alla comunità di Roma. Le pietre d’inciampo, vere e proprie “targhe” della memoria a forma di sampietrino, sono state divelte nella notte tra il 9 e il 10 dicembre. A denunciare lo sfregio Adachiara Zevi, presidente dell’Associazione culturale Arte e Memoria e curatrice del progetto a Roma. Le “targhe” erano poste davanti ai portoni per ricordare le vittime della Shoah deportate da quei palazzi.

Per la seconda carica dello Stato quanto avvenuto è «un atto scellerato contro la testimonianza e la memoria della ferocia umana conosciuta dal popolo ebraico e dalla sua comunità romana a cui vanno la solidarietà mia e del Senato». Secondo la Casellati «dobbiamo ricostruire subito il percorso delle pietre perché nessuno si senta in diritto di cancellare ciò che è scritto indelebilmente nelle nostre menti e nei nostri cuori»

In un tweet, il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, ha affermato che «il furto delle pietre di inciampo poste in ricordo delle vittime della Shoah è un atto grave. Un oltraggio antisemita. La memoria è e resterà sempre una risorsa civile della nostra società». Ha espresso «sdegno e ferma condanna per il grave furto» anche la Comunità di Sant’Egidio. «Manifestando la sua vicinanza alle famiglie Di Castro e Di Consiglio – che hanno perso tanti dei loro cari sia nella deportazione del 16 ottobre 1943 che nella strage delle Fosse Ardeatine – e con loro a tutta la Comunità ebraica romana, Sant’Egidio continuerà a coltivare e a difendere una memoria che qualcuno vorrebbe cancellare, ma che oggi è ancora più preziosa di fronte al preoccupante insorgere di nuovi razzismi e discriminazioni».

Ha condannato l’accaduto anche tutto il sistema Acli di Roma e provincia «che esprime solidarietà e vicinanza alla Comunità ebraica per il vile furto». Un «oltraggio – per il presidente Lidia Borzì – che non possiamo accettare e che, anzi, ci induce a lavorare con maggiore forza per coltivare la memoria della Shoah e i valori dell’antirazzismo e del dialogo tra i popoli e le religioni. Nessuno pensi di poter cancellare, con un gesto vigliacco, uno dei momenti più tragici della storia della nostra città e del nostro Paese».

 

11 dicembre 2018