Shevchuk : in Ucraina «diverse minacce, non solo militari»

L’arcivescovo maggiore lo ha spiegato agli ambasciatori Ue accreditati presso la Santa Sede, incontrati online. «L’escalation non coglie di sorpresa il popolo»

Ha parlato dell’Ucraina e delle «diverse minacce» a cui è chiamata a rispondere – «non solo militari» -, l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuck, incontrando online gli ambasciatori Ue accreditati presos la Santa Sede. Un appuntamento organizzato dall’ambasciata dell’Unione europea presso la Santa Sede in collaborazione con quella ucraina, sempre presso la Santa Sede. «Siamo soprattutto sotto una grande pressione della disinformazione. Siamo anche sotto una minaccia economica. E c’è anche la minaccia politica, considerando che la Duma (il Parlamento Russo) ha raggiunto un accordo sul riconoscimento delle cosiddette repubbliche del Donbass e Luhansk», ha chiarito il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina.

A riferirlo, il segretariato dell’arcivescovo maggiore, in una nota diffusa ieri, 17 febbraio. «L’escalation non coglie di sorpresa la popolazione ucraina», ha proseguito Shevchuck: da 8 anni infatti il popolo «sperimenta una situazione di guerra all’Est del Paese» e «negli ultimi sei anni ha dovuto ricevere e integrare nella società circa 2 milioni di sfollati che vengono dall’Ucraina dell’Est e dalla Crimea», ha riferito il presule. Per quanto riguarda poi la disinformazione, ha citato come esempio il presunto conflitto tra le religioni nel Paese. Alla luce anche di recenti indagini statistiche, ha reso noto, le organizzazioni religiose sono «le istituzioni sociali più credibili della società ucraina», tanto che la preghiera di tutte le comunità religiose nel giorno dell’unità nazionale è stato un momento «forte e importante per noi». Molte anche le iniziative concrete delle Chiese per la popolazione, con l’obiettivo di essere «il nucleo del consolidamento dell’unità della società ucraina».

Per quanto riguarda nello specifico la Chiesa greco-cattolica ucraina, l’arcivescovo maggiore ha ribadito la scelta di rimanere con il popolo: «La più importante missione della nostra Chiesa». Quindi ha rinnovato l’appello alla comunità internazionale a non dimenticare l’Ucraina: il Paese, ha detto, «ha bisogno di solidarietà, ogni dono è importante. Noi abbiamo bisogno della solidarietà della comunità internazionale».

Da ultimo, la gratitudine al cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin – per la telefonata dello scorso 14 febbraio – e per la solidarietà ricevuta dalla Conferenza episcopale polacca, dalla Conferenza episcopale italiana e da altri organismi della Chiesa cattolica in Europa. Per quanto riguarda un eventuale viaggio del Papa in Ucraina, l’arcivescovo maggiore ha detto che sia il presidente che i vescovi cattolici ucraini lo hanno invitato e che persino i protestanti stanno raccogliendo lettere per sollecitare il viaggio, in «una sorta di attitudine di benvenuto verso il Papa da parte di cristiani e non cristiani».

18 febbraio 2022