Shevchuk: «Gli occupanti vogliono lo spopolamento dell’Ucraina»

La denuncia nell’ultimo videomessaggio: «Clamoroso crimine che il mondo non comprende appieno. Stanno cercando di fare il possibile per far sì che più ucraini lascino la loro terra»

Da Kiev l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica dell’Ucraina, denuncia «un altro clamoroso crimine che il mondo non comprende appieno e di cui non sa tutto». Nel videomessaggio diffuso ieri sera, 25 maggio, «91° giorno di questa grande, sanguinosa guerra che la Russia ha iniziato contro il popolo ucraino», afferma: «Sembra che gli occupanti russi stiano perseguendo una politica di spopolamento dell’Ucraina. Stanno cercando di fare il possibile per far sì che più ucraini lascino la loro terra. Ieri – aggiunge – lo ha detto apertamente anche il ministro della Difesa russo. Gli occupanti stanno sfrattando le persone dalle loro case, creano circostanze in cui le persone sono costrette a lasciare le loro abitazioni. Stanno distruggendo direttamente le case raggiunte con le loro armi».

Il presule riferisce che le forze di Mosca «hanno già deportato più di un milione di abitanti dai territori occupati. Sappiamo che la sola regione occupata di Kherson è ora spopolata al 50% perché la metà della sua popolazione ha lasciato la propria terra». A questo si aggiunge poi «il pericolo della tratta di esseri umani»: nelle parole di Shevchuk, «un crimine eclatante che ora attende gli sfollati interni che lasciano la nostra patria. La nostra Chiesa – evidenzia – è attivamente coinvolta nella lotta contro questo crimine. Ma vediamo che, a livello internazionale, il traffico di esseri umani, così come il traffico di armi o di droga, è l’attività più redditizia per intere bande criminali». L’appello allora è a unirsi «tutti insieme per fermare la diffusione della struttura del peccato. Non dobbiamo aiutare mai coloro che ci circondano, a commettere i peccati. Non dobbiamo mai essere collaboratori dei peccatori nel commettere il male, a cui possono motivarci e invitarci – è il monito -. Dio, benedici l’Ucraina. Dio, benedici coloro che oggi sono vittime di questa guerra russa. Benedici, prenditi cura di coloro che sono costretti ad abbandonare le loro case, la loro terra, la loro patria. Signore, aiutaci tutti a servire adeguatamente coloro che sono vittime della tratta internazionale».

Riguardo alla situazione sul terreno, l’arcivescovo riferisce che «aspri combattimenti sono in corso nella regione di Luhansk. Oggi abbiamo ricevuto la notizia che il nemico con grande forza sta avanzando su Severodonetsk e che nella zona ci sono pesanti e sanguinose battaglie – prosegue -. Si sta combattendo pesantemente anche nella regione di Donetsk, nel sud della nostra patria. Intere regioni dell’Ucraina dell’Est e del Sud – quelle di Zaporizhia e Dnipropetrovsk – sono colpite dai razzi. La città di Mykolaiv è stata lacerata da attacchi missilistici. L’Ucraina settentrionale, la regione di Sumy, la regione di Kharkiv, la regione di Chernihiv subiscono vari colpi che la Russia infligge direttamente dal suo territorio. Ma l’Ucraina resiste – assicura il capo della Chiesa greco-cattolica -. L’Ucraina lotta, nonostante ogni giorno paghi per questa lotta con la vita dei suoi migliori figli e figlie. E l’Ucraina prega, prega per il suo esercito, prega per coloro che sono le vittime più vulnerabili di questa guerra. La nostra preghiera va a quei cittadini ucraini che si sono trovati nei territori occupati, perché per loro la situazione è più difficile».

26 maggio 2022