Sgomberi forzati, un “Peccato capitale”

Denuncia della “21 Luglio”: triplicati dopo l’annuncio del Giubileo. Padre Zanotelli: Serve collaborazione. Il 28 ottobre udienza del Papa a rom e sinti

La denuncia dell’Associazione 21 Luglio: triplicati dopo l’annuncio del Giubileo. Padre Zanotelli: «Serve la collaborazione di tutti». Il 28 ottobre l’udienza del Papa a rom  e sinti

A Roma dall’annuncio del Giubileo lo scorso 13 marzo gli sgomberi forzati a danno delle comunità rom sono saliti da una media di 3 operazioni al mese a quasi 10, per un totale di 71 sgomberi che hanno costretto ad andare via dal loro stanziamento oltre 1.100 persone. Lo denuncia l’Associazione 21 Luglio, che lunedì 5 ottobre ha presentato il report sugli sgomberi forzati nel 2015 e ha lanciato l’appello internazionale #peccatocapitale, una campagna voluta per segnare uno stop. Alla conferenza stampa, oltre alle associazioni firmatarie, hanno partecipato il vescovo ausiliare per il settore Sud Paolo Lojudice, padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, e Liliana Pors, membro di una comunità rom più volte colpita dagli sgomberi.

«Sono crudeli le immagini delle ruspe che demoliscono le baracche», ha commentato Carlo Stasolla, presidente dell’associazione 21 luglio: «Sono immagini tanto simili a quelle della guerra». Secondo l’associazione in più occasioni sono stati lesi i diritti umani: «Non sono state rispettate le garanzie procedurali, che prevedono un dialogo chiaro con gli interessati, non c’è stato alcun preavviso congruo e non sono state trovate soluzioni alternative adeguate». A farne le spese soprattutto i bambini. «Avevo appena accompagnato mio figlio a scuola, quando sono tornata ci stavano sgomberando e ho dovuto decidere in fretta cosa salvare, non eravamo preparati», ha riferito Liliana Pors. Il Comune finora – sono stati contattati il Gabinetto del Sindaco e l’assessorato alle Politiche sociali – ha dato risposte «vaghe» e non sembra essere padrone della situazione: «In questi giorni ci siamo trovati di fronte a un’amministrazione totalmente impreparata», ha raccontato il presidente della 21 luglio. Il report mette nero su bianco che l’emergenza che avrebbe causato una risposta così dura in realtà coinvolge appena lo 0,09% della popolazione romana.

Un vero controsenso, è la denuncia della campagna, rispetto all’evento che Roma si prepara a celebrare: «Misericordia deriva dal latino “misericors, misericordis”, ch’è composto dal verbo “misereo” (ho pietà, quella pietà ch’è amore e rispetto profondo) e dal sostantivo “cor, cordis” (in genitivo: del cuore), ha scritto Papa Francesco. Il Papa rifiuta di chiudere la chiesa come una cittadella privilegiata, ma chiede quasi ossessivamente che spalanchi le sue porte». Padre Alex, attualmente residente a Napoli, ha ricordato che nella sua città la situazione non è migliore e ha invitato tutti alla collaborazione: «I rom e i sinti sono la prova di come la nostra convivenza che vuol dirsi civile lascia nella miseria più nera e nell’emarginazione più amara i figli del popolo più giovane d’Europa, l’unico popolo che non ha uno Stato e che non ha mai fatto la guerra». Per padre Alex non possiamo accettarlo e bisogna fare rete per reagire, proprio in occasione del Giubileo: «Questo Giubileo dobbiamo viverlo con forza, unitariamente. Questo documento deve vederlo Papa Francesco al più presto. Seconda cosa, bisogna parlare direttamente con il sindaco Ignazio Marino». Il problema farà discutere ancora, anche perché il 28 ottobre prossimo, ha ricordato monsignor Lojudice, il Papa riceverà in udienza per tutte le popolazioni rom e sinti. Un incontro fissato ancor prima dell’annuncio dell’Anno Santo.

6 ottobre 2015