Sfratti e pandemia: Caritas Roma chiede un «impegno straordinario»

Oltre 4mila i provvedimenti in esecuzione nella Capitale; 32mila quelli in programma in tutta Italia. Insufficiente la sospensione fino al 7 gennaio

Apprezzabile ma non sufficiente. La Caritas diocesana di Roma interviene sulla «sospensione» temporanea, fino al 7 gennaio, delle procedure di sfratto, annunciata dal Prefetto su richiesta del Campidoglio. E lo fa a partire dai numeri: quelli degli oltre 4mila provvedimenti in via di esecuzione nella Capitale, che si affiancano ai 32mila in programma in tutta Italia. Quasi tutti per morosità. Numeri che, per il direttore dell’organismo pastorale diocesano Giustino Trincia, «richiedono un’attenta riflessione da parte del governo e del Parlamento. Si tratta di situazioni molto complesse – spiega -, che riguardano il diritto all’abitare di famiglie che erano già in gravi difficoltà economiche prima della pandemia di Covid-19 e che in questi mesi hanno subito ancora di più gli effetti della crisi; allo stesso tempo – aggiunge – occorre tutelare i piccoli proprietari che hanno nella casa affittata un’integrazione fondamentale per il reddito familiare».

Di qui l’auspicio di «un provvedimento che prenda in considerazione il problema dell’abitare con un impegno straordinario delle diverse parti coinvolte, a partire dalle istituzioni pubbliche e delle diverse parti sociali, sindacati e proprietari, per venire a capo di un dramma non semplice da superare anche perché per troppi anni è rimasto privo di adeguati interventi». Secondo il pronunciamento della Corte costituzionale dell’11 novembre scorso infatti la sospensione dei provvedimenti di rilascio è prevista fino al 31 dicembre 2021 «e deve ritenersi senza possibilità di ulteriore proroga, avendo la compressione del diritto di proprietà raggiunto il limite massimo di tollerabilità, pur considerando la sua funzione sociale». La Corte, nello stesso dispositivo, scrive anche che «resta ferma in capo al legislatore, ove l’evolversi dell’emergenza epidemiologica lo richieda, la possibilità di adottare altre misure più idonee per realizzare un diverso bilanciamento ragionevole e proporzionato». Una sorta di monito a governo e Parlamento ad adottare, a partire dal gennaio 2022, nuove e diverse misure di sostegno e nuovi protocolli per l’esecuzione degli sfratti, evidenziano dalla Caritas di Roma.

L’appello dunque, alla luce della proroga dello stato di emergenza fino al 31 marzo 2022 e dell’ulteriore diffusione della pandemia proprio in questi giorni, è a «rimettere al centro la dignità e i diritti inalienabili della persona, come appunto la casa», e «adottare un’ulteriore moratoria degli sfratti, da utilizzare per un confronto serrato e costruttivo tra tutte le parti coinvolte per trovare soluzioni concrete, percorribili e graduali, rispettose delle legittime esigenze di ognuno e in grado di arginare e di dare uno sbocco positivo ad una crisi sociale così grave». Parallelamente, è necessario attivare «con forte sollecitudine» – ancora le parole di Trincia – tutte le linee di finanziamento disponibili in città, per abbassare la pressione sugli sfratti per morosità, «a partire dal recente finanziamento regionale di circa 12 milioni per bonus affitti. In questo caso – considerato che il 90% degli sfratti è per morosità – il tempo di erogazione del bonus è la sostanza dell’aiuto stesso. Allo stesso tempo, occorre predisporre misure soprattutto per quei piccoli proprietari costretti a rinunciare agli affitti pur dovendo continuare a sostenere le spese e le imposte sull’immobile».

Da Caritas Roma esprimono consapevolezza che «non si può pensare di risolvere in pochi giorni un’emergenza che, oltre ai 4mila  sfratti in via di esecuzione, a Roma coinvolge migliaia di famiglie e di persone prive di un tetto o costrette a vivere in condizioni di precarietà e di disagio sociale umanamente non tollerabili. Ricordiamo soprattutto che dietro ai numeri ci sono le persone – aggiungono -, tante singole persone, molte delle quali avvolte da storie di disagio, di precarietà, di incertezza, alle quali non si può aggiungere il venire meno di un alloggio dignitoso».

30 dicembre 2021