Settimana sociale, punto di partenza per nuovi percorsi

L’arcivescovo Santoro, presidente del Comitato scientifico e organizzatore, ha presentato ai giornalisti il programma dell’appuntamento che prende il via il 26 ottobre a Cagliari. Gatti (vice presidente): 4 proposte per il Paese

Un migliaio di delegati in rappresentanza delle 225 diocesi italiane. Sono i numeri della 48ª Settimana sociale dei cattolici italiani in programma a Cagliari dal 26 a 29 ottobre. Eppure «ciò che più ci interessa è il dopo Cagliari», ha detto ieri, 23 ottobre, illustrandone il programma ai giornalisti l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, presidente del Comitato scientifico e organizzatore dell’evento. L’obiettivo, ha spiegato, è «non fermarci a Cagliari ma avviare percorsi che continuano», indicando «percorsi legali per arrivare al lavoro, e a un lavoro degno». Nello stile già sperimentato dal comitato: quello di un «lavoro sinodale», che ha visto all’opera «una sinfonia tra esperti di economia, scienze sociali, statistica, amministrazione d’impresa, mondo sindacale e pastori, partendo dal problema dell’uomo come centrale».

Si tratta infatti di «rispondere a un bisogno fondamentale delle persone e un problema reale del Paese». Quella del lavoro infatti è, secondo l’arcivescovo, una priorità che «non nasce da analisi sociologiche o discussioni solo teoriche ma dai volti che noi tutti incrociamo». Come quelli di Paola Clemente e Giuseppina Spagnoletti, vittime del caporalato proprio nella regione di monsignor Santoro. Senza contare la situazione dell’Ilva, «con il timore di 4mila esuberi. Ci sono le rassicurazioni del governo – ha reso noto il vescovo a proposito degli impegni presi dal ministro De Vincenti – ma il clima non è dei più sereni: l’attesa è che si apra il tavolo delle trattative e poi si decida». Tra le questioni più urgenti in materia di lavoro, immancabile la disoccupazione giovanile, con «i giovani disoccupati che studiano e che non trovano lavoro, che non studiano e non lavorano e che un lavoro nemmeno cercano».

“Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo e solidale”. Questo il tema dell’appuntamento, dal quale scaturiranno quattro «proposte concrete» da «affidare al Paese», per il tramite del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, atteso a Cagliari nel pomeriggio di sabato 28 ottobre. Il motore di queste proposte, ha spiegato il vice presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali Sergio Gatti, sarà il mondo cattolico, a partire dagli impegni che la Chiesa italiana si assume in prima persona. «Si tratta – ha chiarito – di quattro proposte su quattro temi molto precisi ma che potranno essere arricchite e probabilmente anche ampliate da dibattito», tratti dall’Instrumentum laboris della Settimana. I temi in questione: la formazione; il nuovo lavoro, con riferimento alla cosiddetta “gig economy” e al pericolo del caporalato digitale, processi che «vanno governati, non subiti»; i nuovi modelli di vita, con la necessità di «suddividere il nostro tempo liquido, riconoscendo la distinzione tra lavoro tradizionale e lavoro di cura»; l’Europa, «nostra casa comune, unica modalità con cui possiamo realmente affrontare le sfide di un mondo sempre più globalizzato».

Tra i temi sul tavolo, ha aggiunto il direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale sociale e il lavoro monsignor Fabiano Longoni, anche l’alternanza scuola-lavoro, «su cui oggi si dibatte molto». Per affrontare questo nodo, ha evidenziato, «bisogna proseguire sulla formazione duale, che in Germania ha già fruttato una riduzione consistente della disoccupazione giovanile». Ad avviare la discussione, nella seconda giornata, sarà la presentazione di 402 “buone pratiche” diffuse su tutto il territorio italiano, a cura dell’economista Leonardo Becchetti, che costituiranno la base della discussione successiva nei tavoli di lavoro. Alcune sono diventate storie nel docufilm “Il lavoro che vogliamo”, realizzato da Tv2000, che verrà proiettato il 27 ottobre in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, alla presenza del presidente della Cei Gualtiero Bassetti. L’obiettivo, ha evidenziato Gatti, è quello di narrare un Paese «vivace, che ha aree di consapevolezza e di coraggio, e in cui si affronta il tema della mancanza di lavoro, o del lavoro di qualità o di quello legale, superando la logica dell’attesa facendo leva sulla scelta di intrapresa e sulla capacità di fare sistema, sul territorio, tra scuola, amministrazione locale e impresa». Non solo tra le microimprese o imprese medie ma anche tra «grandi imprese e noti marchi nazionali, anche griffati, che hanno creato centinaia di posti di lavoro». All’insegna della «concretezza».

I lavori della Settimana sociale potranno essere seguiti interamente in streaming, tramite i due siti: http://www.chiesacattolica.it e http://www.settimanesociali.it, senza contare le dirette social.

24 ottobre 2017