Settimana sociale, presentato l’Instrumentum laboris

“Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro e futuro. #tuttoèconnesso”: il tema della 49ª edizione, a Taranto nell’ottobre 2021. Al centro, la crisi socio-ambientale

Presentato questa mattina, 19 novembre, l’Instrumentum laboris per la preparazione alla 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani, in programma a Taranto dal 21 al 24 ottobre 2021, sul tema: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro e futuro. #tuttoèconnesso”. Una scelta, quella della città pugliese, che intende porre l’attenzione sul nodo dell’ex Ilva ma anche rappresentare «una ripartenza per una riflessione più articolata e complessa sulle problematiche ambientali e sociali, rese ancora più evidenti dal diffondersi del virus», spiegano dalla Cei. Partendo allora dalle domande di questo tempo segnato dalla pandemia e «dalla trepidazione che ne deriva», si legge nel testo, «il cammino di preparazione verso le prossime Settimane Sociali è volto alla ricerca di risposte adeguate alle grandi sfide del nostro tempo. Tutti perciò siamo invitati a riflettere sul “Pianeta che speriamo” con uno sguardo capace di tenere insieme ambiente e lavoro, nella evidenza che #tuttoèconnesso».

In questo cammino, il faro resta l’enciclica sociale di Papa Francesco Laudato si’, che pone al centro la categoria di ecologia integrale, da intendersi alla luce del nuovo documento pontificio Fratelli Tutti. La Settimana sociale dunque punterà i riflettori sul rapporto tra ecologia ed economia, tra ambiente e lavoro, tra crisi ambientale e crisi sociale, nella consapevolezza che «non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale», come scrive il pontefice nella Laudato si’.

Tra i concetti fondamentali intorno ai quali si snoda l’Instrumentum laboris, il primo è lo sguardo contemplativo di San Francesco d’Assisi: il punto di partenza che «nasce dalla lode per il dono della creazione e si traduce nel prendersi cura delle ferite dell’altro e della casa comune secondo lo stile del buon samaritano. È il nuovo umanesimo proposto dal Papa», si legge nella nota Cei. Quindi l’ecologia integrale, «la direzione indicata dalla Laudato si’ che unisce l’ecologia ambientale con quella sociale, con la cultura, con l’ecologia umana della vita quotidiana e denuncia le ferite e gli abusi, per costruire il bene comune globale che abbraccia anche la casa comune». Un approccio, anche spirituale, che mira a un’analisi multidisciplinare volta a cogliere le connessioni tra i vari ambiti e a delineare un’azione politica adeguata.

Ancora, tra i “pilastri” dell’Instrumentum laboris ci sono alcuni nodi da sciogliere, per favorire una sviluppo integrale: i cambiamenti climatici, lo sfruttamento ambientale, la cultura dello scarto sono i nodi da sciogliere se si vuole favorire uno sviluppo integrale. Ecco allora l’esigenza di una «transizione ecologica» che porti alla decarbonizzazione e all’adozione di un’economia circolare. «Solo così si potrà lavorare per una sanità pubblica e diffusa che sappia integrare l’aspetto sanitario con quello sociale».

La strada indicata è quella di fare entrare la Laudato si’ nelle piaghe della quotidianità, nella consapevolezza che non c’è bene comune senza inclusione, giustizia sociale e lotta alla disuguaglianza. Occorre creare valore economico e lavoro facendo attenzione a non aumentare, anzi contribuendo a ridurre, i rischi ambientali e di salute. La vicenda di Taranto permette di capire che mettere in alternativa ambiente e lavoro, lavoro e salute crea un’ingiusta contrapposizione con ricadute disastrose dal punto di vista ambientale, sociale e sanitario. «Cambiare è possibile e i cristiani sono chiamati ad alimentare la Speranza», affermano ancora dalla Conferenza dei vescovi. Lo dimostrano le numerose “buone pratiche”, sul fronte imprenditoriale, amministrativo e familiare, già esistenti nel nostro Paese.

La Settimana sociale dunque non vuole essere solo un evento ma un processo che ha nello stile sinodale la sua cifra caratteristica. Se la pandemia ha messo in evidenza che “siamo tutti sulla stessa barca” e che “nessuno si salva da solo”, «le Chiese locali, le associazioni, i movimenti, le aggregazioni ecclesiali sono chiamati a camminare insieme, in dialogo con i giovani, le istituzioni locali, nazionali ed europee». Lo stile della Settimana allora è partecipativo e solidale, coinvolgendo le Chiese locali, le istituzioni educative, accademiche, politiche e le aziende e associazioni particolarmente quelle dedicate ai temi dell’ambiente e del lavoro. In questo contesto, l’emergenza Covid-19, con le decisioni sul Recovery Plan assunte dall’Unione Europea ma non ancora definitive, rappresenta «un’occasione unica per accelerare in positivo il cambiamento del paradigma economico, ambientale e sociale attuale», è la conclusione della nota Cei.

19 novembre 2020