Settimana sociale a Trieste, dove la democrazia è scritta nella carne

“Al cuore della democrazia”: questo il tema della 50ª edizione, al via il 3 luglio. La diocesi di Roma presente con 9 delegati. Lo sguardo alla storia e al presente dell’Europa

La Chiesa italiana organizza la 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia dal titolo “Al cuore della democrazia” a Trieste, dal 3 al 7 luglio. La diocesi di Roma sarà presente con nove delegati. Trieste è una città martire della democrazia. Proprio settanta anni fa, nel 1954, la bandiera italiana fu nuovamente issata sulla piazza dell’Unità.

Saremo prima di tutto pellegrini nei luoghi della memoria, per ricordare le vittime delle foibe, per commemorare uomini vigliaccamente uccisi e fucilati, giovani che lottarono e persero la vita per ideali di libertà e democrazia. Il tema scelto per la riflessione dei delegati è dunque scritto nella carne viva di questa città, dove la democrazia è stata colpita al cuore. Da qui lo sguardo del nostro Paese si è dilatato, e anche noi siamo invitati ad alzare gli occhi e ad allargare gli orizzonti; prima di tutto verso il cielo. Noi crediamo che la democrazia abbia bisogno di infinito, di trascendenza; crediamo abbia bisogno di Gesù Cristo per essere al servizio dell’uomo, per gettare le reti verso il futuro, e non rimanere incagliata nelle ragnatele dei populismi, delle burocrazie, della corruzione, delle mafie, della finanza speculativa.

Ma in questa città lo sguardo, oltre che verso il cielo, deve andare alla storia della nostra Europa, vorrei dire con lo Spirito profetico di Isaia: «Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano» (Is 60,4). L’Europa è una storia di nazioni che hanno saputo diventare democratiche e che oggi è chiamata ad accogliere nuovi popoli se non vuole morire. Ma chi oggi potrebbe negare che in Europa e non solo, stiamo constatando un arretramento della democrazia? La guerra nel cuore dell’Europa, la scarsa partecipazione alle urne nelle recenti elezioni, rigurgiti di populismo, cittadini ridotti a consumatori, una società civile intrappolata tra lo Stato e l’economia, un individualismo esasperato, sono realtà evidenti.

Mi auguro vivamente che a Trieste emerga forte e chiaro che la risposta, la strada da seguire, la rivoluzione culturale contro ciò che alcuni politologi indicano già con il termine di “scetticismo democratico”, sia quella indicata da un padre fondatore dell’Europa, Alcide De Gasperi, in anni in cui nel nostro Paese la democrazia tornava a camminare dopo la paralisi fascista: «Si parla molto di chi va a sinistra o a destra, ma il decisivo è andare avanti e andare avanti vuol dire andare verso la giustizia sociale» (A. De Gasperi, discorso tenuto a Milano, 23 aprile 1949).

È la giustizia sociale che garantisce la democrazia; la partecipazione di tutti ai processi decisionali e alle risorse è l’antidoto alle dittature. Le disuguaglianze, le discriminazioni, ogni forma di razzismo sono, in ogni caso, come una macchia di sangue che disonora la nostra Europa, olio di ricino dato da bere alla coscienza civile e democratica della nostra civiltà.

Quando alla fine della seconda guerra mondiale, nacque la Democrazia Cristiana, Sturzo ricordò a tutti di guardarsi dalle tre male bestie nemiche della democrazia: «Lo statalismo, la partitocrazia, l’abuso del denaro pubblico; lo statalismo va contro la libertà, la partitocrazia va contro l’uguaglianza, l’abuso del denaro pubblico va contro la giustizia» (“Tre bestie nemiche della democrazia” in “Orizzonti”, 21 giugno 1959).

Emergono qui due aspetti molto importanti e attualissimi: la moralità della politica e il sistema della rappresentanza come momento di sintesi tra lo Stato e la società, essenziale per la vita democratica. Ancora oggi c’è bisogno che il “mondo cattolico” animi politicamente lo spazio pubblico recuperando una grande storia, con slancio verso il futuro. Anche per questo i cattolici in politica devono valorizzare il fondamentale strumento della partecipazione e della rappresentanza attraverso i partiti. Non si costruisce la democrazia da un balcone o da una piattaforma internet.

Preghiamo il Signore che i cattolici lo facciano sempre come luce sul monte, come lievito nella pasta, autorevoli testimoni del Vangelo e della nostra altissima Costituzione, liberi da ogni forma di potere.

1° luglio 2024