«Il martirio di mio fratello rappresenta, ancor più nella Settimana Santa, un messaggio per tutti, credenti e non, un messaggio di speranza che testimonia la forza della fede e al tempo stesso la speranza». Roseline, la sorella di padre Jacques Hamel, il sacerdote di 86 anni ucciso da due estremisti islamici il 26 luglio 2016 mentre celebrava la Messa nella sua parrocchia di Saint-Étienne-du-Rouvray in Francia, ricorda così alla fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre quell’uccisione che ha scioccato il mondo intero. «Nessuno – osserva – ha potuto rimanere impassibile di fronte al martirio di quest’uomo di fede che fino all’ultimo respiro ha pregato per la pace e comunicato appassionatamente la Parola di Dio». Uno dei testimoni ricordati nel recente evento del Colosseo rosso promosso proprio da Acs.

Roseline nota inoltre come, in questo anno e mezzo, numerose persone abbiano reso omaggio a suo fratello, visitando la piccola chiesa di Santo Stefano. Tuttavia, Hamel afferma di «provare una certa inquietudine a sapere che parte della nuova generazione non conosce l’esempio dei nostri martiri. Sono ragazzi fragili e confusi dalla società del consumismo che possono facilmente essere corrotti». Al tempo stesso, prosegue, «la vita di mio fratello, gli oltre 60 di vita sacerdotale interamente dedicati ai suoi parrocchiani, rappresentano una grande lezione per i giovani sacerdoti e i seminaristi. Pur non essendo chiamati al martirio, dovranno avere la forza di rimettere nelle mani di Dio tutte le loro difficoltà, aiutando l’intera società e in particolar modo quei loro coetanei che hanno perso il giusto orientamento».

28 marzo 2018