Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, la lettera “ecumenica”

In vista dell’appuntamento, dal 18 al 25 gennaio, il documento sottoscritto dal vescovo Spreafico (Cei), dal pastore Negro e dall’archimandrita Stavropoulos

“Viviamo e celebriamo la nostra unità nella preghiera comune”. Porta questo titolo la lettera ecumenica diffusa in vista della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, dal 18 al 25 gennaio, firmata dal vescovo Ambrogio Spreafico ( presidente della Commissione episcopale Cei per l’ecumenismo e il dialogo), dall’archimandrita Polykarpos Stavropoulos (vicario patriarcale della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta) e dal pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia.

«Care sorelle e cari fratelli – è l’esordio della lettera, che ha la data di oggi, 14 gennaio –
mai come in questo tempo abbiamo sentito il desiderio di farci vicini gli uni gli altri,
insieme alle nostre comunità che sono in Italia. La sofferenza, la malattia, la morte, le
difficoltà economiche di tanti, la distanza che ci separa, non vogliamo nascondano né
diminuiscano la forza di essere uniti in Cristo Gesù, soprattutto dopo aver celebrato il
Natale». Non si tratta di sperare che dopo la pandemia “tutto torni come prima”; «noi sogniamo e vogliamo che tutto torni meglio di prima, perché il mondo è segnato ancora troppo dalla violenza e dall’ingiustizia, dall’arroganza e dall’indifferenza. Il male che assume queste forme – proseguono i rappresentanti delle confessioni cristiane – vorrebbe toglierci la fede e la speranza che tutto può essere rinnovato dalla presenza del Signore e della sua Parola di vita, custodita e annunciata nelle nostre comunità».

Nella lettera anche il riferimento a quel «moltiplicarsi» della solidarietà registrato un po’ ovunque in questi mesi. «Molti si sono uniti alle nostre comunità per dare una mano, per farsi vicino a chi aveva bisogno di cibo, di amicizia, di nuovi gesti di vicinanza, pur nel rispetto delle giuste regole di distanziamento». E la gratuità del dono «ci ha aiutato a riscoprire la continua ricchezza e bellezza della vita cristiana, inondata dalla grazia di Dio, che siamo chiamati a comunicare con maggiore generosità a tutti». Proprio per questo «non ci siamo lasciati vincere dalla paura ma, sostenuti dalla presenza benevola del Signore, abbiamo continuato a uscire per sostenere i poveri, i piccoli, gli anziani, privati spesso della vicinanza di familiari e amici. Le nostre Chiese e comunità – si legge ancora nel documento – hanno trovato unità in quella carità, che è la più grande delle virtù e che, unica, rimarrà come sigillo della nostra comunione fondata nel Signore Gesù».

Da ultimo, il desiderio di «intensificare la preghiera gli uni per gli altri, per i malati, per coloro
che li curano, per gli anziani soli o in istituto, per i profughi, per tutti coloro che soffrono
in questo tempo». Oggi, scrivono i firmatari del documento citando il sussidio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, «nostra preghiera sale intensa, perché il Signore
guarisca l’umanità dalla forza del male e della pandemia, dall’ingiustizia e dalla violenza, e
ci doni l’unità tra noi». E la preghiera comune si fa anche memoria del metropolita Zervos Gennadios, «che per diversi anni ha condiviso con noi il cammino verso la piena unità e ci ha lasciato il 16 ottobre dello scorso anno. La preghiera stessa infatti – concludono – diventi a sua volta fonte di unità».

14 gennaio 2021