“Settembre”, l’esordio di Steigerwalt

In sala da alcuni giorni l’opera prima della regista italoamericana: un film corale malinconico e umbratile, in cui prevale un tono che inclina verso l’incontro generazionale. Tra gioie e tristezze

Giulia Louise Steigerwalt, italoamericana, si propone con un’opera prima dal taglio inconsueto e originale. Il film, in sala da alcuni giorni, si intitola Settembre. Giulia nasce a Houston, Texas, il 13 aprile 1982, si muove tra Italia e Stati Uniti, ottenendo un master in Economia a  Roma e un diploma in Scrittura creativa alla Ucla di Los Angeles. Si fa conoscere al cinema lavorando con Gabriele Muccino nei suoi film Come te nessuno mai (1999) e L’ultimo bacio (2001). Quindi varie presenze in molte fiction televisive (2002-2011) e alcuni titoli come sceneggiatrice. Questo di oggi segna il suo esordio come regista.

Settembre si propone come un film corale, quasi la cinepresa si affacciasse in uno spazio privato, chiedendo ai presenti il permesso per entrare. I partecipanti sono un bel numero, ampio e forse troppo dispersivo. Francesca, il cui matrimonio col marito Alberto accusa qualche colpo a vuoto, che lei confida alla sua migliore amica Debora, a sua volta in crisi col marito Marco. Ci sono poi Sergio, il figlio adolescente di Francesca e Alberto, con la sua amichetta Maria; Guglielmo, il ginecologo di Francesca, che invece frequenta Ana, una giovane prostituta croata, attratta dal panettiere Matteo… Film corale, si diceva, al quale la neoregista ha voluto dare il titolo Settembre, come omaggio a quello che per lei è il vero inizio dell’anno. Nelle pieghe di questi passaggi procedono i piccoli/grandi avvenimenti che scandiscono gioie e dolori di ogni singolo personaggio.

Da subito si capisce che a prevalere è uno stile minimalista che rimanda (ma senza esagerare) ad Antonioni: l’intenzione è infatti quella di collocare il manipolo dei protagonisti su una forte difficoltà di comunicare. Lo scarto che scombina la situazione è anche nelle scelta delle musiche (molti brani made in Usa) e nel generale prevalere di un tono che inclina verso l’incontro generazionale, di fronte al quale gli adolescenti scoprono le bellezze di nuovi affetti (compreso il sesso) e gli adulti prendono atto del superamento di vecchi modi di essere coppia. Film malinconico e umbratile, fatto di sorrisi appena accennati e di un mix di gioie e tristezze che vale comunque la pena sperimentare. Con un gruppo di attori, tra i quali vanno citati Fabrizio Bentivoglio (il ginecologo) e Barbara Ronchi (Francesca), tutti da elogiare quanto a bravura ed efficacia.

17 maggio 2022