Servizio civile: priorità del Cnesc al governo

Presentato il XVII Rapporto annuale, relativo al bando volontari del maggio 2016: 41mila i giovani coinvolti. Tra i temi posti, quello del finanziamento annuale e l’imminente Bando ordinario 2018

Chiarezza sulle intenzioni del Governo Conte rispetto al futuro del servizio civile universale e alla sua riforma. È la principale richiesta emersa ieri, 18 luglio, in occasione della presentazione del XVII Rapporto annuale sul servizio civile, relativo al bando volontari del maggio 2016, della Cnesc-Conferenza nazionale enti di servizio civile, che con i suoi 25 enti soci è la più grande organizzazione di rappresentanza in Italia per il servizio civile nazionale e che quest’anno celebrerà anche il suo trentennale di attività. «Dopo l’insediamento del nuovo Governo, la presentazione di questo Rapporto è la prima occasione pubblica in cui un ampio gruppo di organizzazioni sociali anche estremamente differenti tra di loro espone la proprie considerazioni sul servizio civile, su quello dei 41mila giovani in servizio e su quello del futuro», spiegano dalla Cnesc. Assente per pregressi impegni il neo sottosegretario con delega Vincenzo Spadafora, che ha voluto comunque inviare un suo saluto scritto, augurando buon lavoro agli enti della Cnesc e sottolineando di «condividere l’importanza di occasioni come queste per misurare l’impatto dei progetti sviluppati nel corso dell’ultimo anno, soprattutto la luce delle sfide che ci attendono nei prossimi mesi».

Ad aprire i lavori Primo Di Blasio, vicepresidente della Cnesc, poi la presentazione vera e propria del XVII Rapporto Annuale, svolta da Mauro Perotti che con Dario D’Orta lo ha curato, e l’intervento di Licio Palazzini, presidente della Cnesc, sul tema “Le proposte della Cnesc per la realizzazione del servizio civile”. Palazzini ha sottolineato come la scorsa legislatura sia stata caratterizzata da una ripresa quantitativa del servizio civile e dalla sua riforma in chiave universale, ricordando come ora «governano  partiti all’opposizione nella precedente legislatura, che nel merito del servizio civile avevano espresso posizioni critiche sulla riforma oppure non le hanno espresse. È quindi importante, per chi crede nello sviluppo del Paese e nel contributo che il servizio civile può dare, sapere quali siano gli obiettivi che il governo Conte affida al servizio civile impegnato nella transizione da nazionale a universale. Il saluto del sottosegretario Spadafora è un primo passo in questo senso, e lo ringraziamo, cui speriamo seguano altri momenti di confronto», ha aggiunto il presidente Cnesc.

Palazzini ha poi ricordato alcune priorità, che sono anche oggetto di una lettera inviata proprio al sottosegretario Spadafora, a partire dal mantenimento dell’attuale finanziamento annuale di almeno 300 milioni di euro, su cui si chiedere chiarezza di impegno al governo Conte in fase di presentazione della prossima legge di Bilancio 2019-2021. Tra i temi posti dal presidente Cnesc anche l’uscita dell’imminente Bando ordinario 2018, che dovrebbe durare fino a fine settembre, l’Avviso per la nuova progettazione, collegata con la riforma del servizio civile universale e che dovrebbe concludersi a novembre, e le incognite sull’accreditamento in corso verso il servizio civile universale. Infine la proposta della Cnesc in vista della programmazione triennale, una delle novità della riforma, è che «dovrebbe, almeno per il primo ciclo, poggiare sulle concrete attività delle organizzazioni che da anni operano, inserita però nel contesto politico-culturale dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, recepita anche dai governi nazionali. Un contesto cioè capace di collegare l’azione locale alla dimensione regionali, nazionale e internazionale», ha spiegato Palazzini.

«In una fase – ha concluso il presidente Cnesc – in cui le modalità di affrontare i conflitti sono tornate autoritarie, muscolari, in cui il ricorso alle armi non è più escluso, la finalità del servizio civile universale di concorso in modo civile e non armato alla difesa della patria assume significati e sfide nuove, molto attuali. In altri termini il servizio civile è dentro le grandi sfide che il Terzo settore ha di fronte per lo sviluppo del Paese, per l’impegno contro le diseguaglianze e le povertà, per la liberazione delle energie oggi imprigionate in tanti giovani e adulti che vorrebbero essere liberi di emanciparsi, di costruirsi la propria vita contribuendo a una comunità aperta, coesa e solidale».

19 luglio 2018