Servizio civile, di nuovo in attività 23mila giovani

Il ministro Spadafora: «Il piano per la riattivazione dei progetti sospesi per l’emergenza sanitaria, reso operativo il 4 aprile, ha dato i risultati auspicati»

Dalla giornata di ieri, 16 aprile, sono di nuovo in servizio attivo 23mila operatori volontari del Servizio civile universale. «Il piano per la riattivazione dei progetti provvisoriamente sospesi a causa dell’emergenza Covid-19, annunciato lo scorso 30 marzo e reso operativo il 4 aprile scorso, ha dato i risultati auspicati», ha dichiarato il ministro per le Politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora annunciando la notizia. «Qualcun altro si aggiungerà nei giorni a venire», ha continuato.

Il ministro ha precisato che comunque anche nelle scorse settimane, «grazie all’impegno degli enti di servizio civile e alla volontà dei giovani operatori», l’attività non si era mai del tutto fermata in molte aree del territorio, «laddove c’erano le condizioni e i progetti erano già incentrati su interventi direttamente connessi alla gestione dell’emergenza, hanno continuato ad operare, anche nei giorni più complicati, oltre 3.200 volontari». Le loro storie sono state raccontate sui canali social del dipartimento, con l’hashtag #noirestiamoconvoi. Da ieri, dunque, lungo tutta la penisola «i volontari che restano accanto alle proprie comunità sono diventati 23mila. Impegnati attivamente a difendere la patria, come vuole la loro scelta di volontari di servizio civile universale, esercitano in prima persona quella cittadinanza attiva ancora più importante in situazioni di emergenza come quella che stiamo vivendo».

Tra loro anche giovani che avevano scelto di svolgere il servizio civile all’estero e nei Corpi civili di pace e che, «costretti a rientrare in Italia a causa dell’emergenza, hanno scelto di proseguire l’attività nel nostro Paese nei progetti rivisitati dagli enti. Sono poco più di un centinaio ma vanno menzionati – le parole del ministro – perché il loro spirito di solidarietà e il sentirsi attori principali nella difesa della patria li ha motivati a continuare il proprio servizio seppure in modo molto diverso rispetto alle originarie aspirazioni». A loro si aggiungono un altro centinaio di giovani che invece «hanno potuto trattenersi all’estero e oggi proseguono le proprie attività di servizio civile in altri Paesi, seppure con molta cautela e per la maggior parte dei casi da remoto».

17 aprile 2020