Senza dimora: la storia di Daniel, dal sagrato della Natività al ritorno a casa, in Francia

La solidarietà e la cura della comunità di via Gallia hanno permesso al giovane senzatetto di riabbracciare la sua famiglia. Il parroco Paolo Mancini: «Avvenimento forte per la nostra parrocchia». Anna Arditi: «La sua presenza fuori dalla nostra chiesa ci ha interrogato»

La solidarietà e la cura profuse da «una intera comunità parrocchiale» – quella della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo, nel quartiere Appio-Latino, a via Gallia – hanno permesso a un giovane senzatetto di riabbracciare la sua famiglia. A raccontarlo è il parroco monsignor Paolo Mancini, che evidenzia come «in tanti davvero si sono interessati a questa situazione» e quanto «questo avvenimento sia stato forte per la nostra parrocchia, tanto che nelle Messe di sabato e domenica prossima rifletteremo sulla bellezza di quello che è successo».

Da oltre due anni Daniel, di origine francese, precisamente della città di Marsiglia, si era allontanato da casa e «da diversi mesi viveva accampato sul sagrato della nostra chiesa – sono ancora le parole del sacerdote -. Fin da subito ci siamo dati da fare procurandogli dei materassi e delle coperte, oltre che vestiario e calzature, anche se spesso lo vedevamo continuare a camminare scalzo per il quartiere». Soprattutto, «ci ha colpiti il suo evidente disagio psicologico e ad addolorarci, di più ancora, è stato vederlo vivere senza dignità, nella sporcizia dei suoi stessi escrementi», racconta Anna Arditi, la parrocchiana che ha scritto una lettera-segnalazione con un appello alla redazione locale di un quotidiano.

«Come comunità – continua -, la sua presenza fuori dalla nostra chiesa, laddove scorgerlo lì in una angolo del sagrato mentre lo si attraversava per andare a Messa appariva una forte stonatura, se non un controsenso, ci ha interrogato». Da qui è nato un «interessamento attivo per la sua situazione», fatto di contatti con le istituzioni, in particolare «con gli uffici del I municipio e con la Asl di competenza di via Monza – dice ancora Arditi -. Quindi, la lettera indirizzata alla rubrica del Corriere della sera di Roma, che funge in qualche modo da sportello di ascolto per situazioni particolari e segnalazioni, e, infine, la conclusione positiva».

A seguito dell’interessamento e dell’intraprendenza dei parrocchiani, infatti, grazie anche all’intervento dei volontari della Comunità di Sant’Egidio operativi nel quartiere Appio-Latino, è stato possibile il ricovero di Daniel nel reparto psichiatrico dell’ospedale San Giovanni Addolorata. Quindi, sono state avviate delle ricerche dalla Sala operativa sociale di Roma Capitale, che hanno permesso di risalire con precisione all’identità del giovane e di rintracciare mediante il Consolato di Francia la sua famiglia e il suo tutore. Così, lunedì scorso, 3 maggio, «finalmente pulito, ordinato e quasi irriconoscibile – conclude Mancini -, Daniel è salito sull’automedica che lo ha riportato a casa».

6 maggio 2021