Senza dimora, il Comune di Roma: nessun allarme

Presentati in Campidoglio i dati di una rilevazione parziale della loro presenza in città, effettuata da 2.000 volontari in occasione della “Notte della solidarietà”. Meno del 17% sono in strada

A Roma ci sono 2.204 persone senza tetto, di cui 948 nelle aree urbane, 1186 nelle strutture per l’accoglienza notturna e 70 negli ospedali e lungo le sponde del Tevere. Sono 1018 quelle conteggiate in strada o in aree aperte. È quanto emerge dalla mappatura parziale effettuata dalla “Notte della solidarietà”, un’iniziativa promossa dal Comune di Roma e dall’Istat, grazie alla quale, nel corso della notte di sabato 20 aprile 2024, è stata effettuata una rilevazione delle persone senza tetto che vivono per strada, in sistemazioni di fortuna o nei dormitori e nelle strutture di accoglienza.

«Sono numeri che ci restituiscono una realtà che non ci deve far pensare a un’emergenza e a gridi di allarme e sicurezza – ha sottolineato Barbara Funari, assessora alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale, durante la conferenza stampa di presentazione dei dati che si è tenuta oggi, 24 giugno, nella Sala del Carroccio in Campidoglio -. Ci muoveremo per promuovere normative che anche a livello nazionale aiutino maggiormente i permessi di ingresso per i richiedenti asilo e permettano a più enti del terzo settore di trovare immobili idonei per l’accoglienza», ha aggiunto.

Anche Saverio Gazzelloni, direttore centrale Censimenti Istat, ha sottolineato il valore dell’iniziativa, grazie alla quale si apriranno nuovi percorsi a livello nazionale. «Questa esperienza con il Comune di Roma è stata fondamentale perché ci ha permesso di approfondire aspetti metodologici e sperimentali. Cercheremo di realizzarla anche in altri Comuni».

I risultati sono stati presentati da Federico di Leo, della Direzione Statistiche Sociali Istat, che ha evidenziato come il conteggio, effettuato da quasi 2000 volontari, non abbia compreso l’intero territorio del Comune, ma solo una superficie pari a 46, 7 Km quadrati. Si tratta quindi «di una prima fotografia del fenomeno con dati preliminari che dovranno essere nuovamente verificati».

L’indagine ha permesso di raccogliere informazioni in 407 punti di rilevazione (338 aree urbane, 48 strutture notturne, 19 settori fluviali e 2 pertinenze ospedaliere). Sono state incontrate persone senza tetto in 204 aree urbane sulle 338 totali. La maggioranza è di genere maschile. La percentuale di donne senza tetto oscilla dall’8,3 % (lungo il greto del Tevere) al 24,9 % (nelle strutture di accoglienza notturna). 16,6% sono quelle conteggiate per strada. Per quanto riguarda l’età stimata totale, chi è presente nei centri di accoglienza ha un’età media compresa tra i 60 e i 69 anni, mentre chi è in strada una tra i 40-49 anni.

Ai senza tetto è stato somministrato anche un questionario, che è stato compilato però solo da un numero limitato di persone. Tra i Paesi di nascita dichiarati dagli intervistati, al primo posto c’è l’Italia, seguita dalla Romania, dalla Somalia e dal Marocco. Le domande poste hanno permesso di notare anche delle differenze nell’utilizzo dei servizi. Solo il 9,9 % di chi è in strada ha avuto accesso ad ambulatori e centri di distribuzione farmaci, a fronte del 20,2% degli ospiti delle strutture.

Sono dati, ha evidenziato Federico Polidoro, senior statistician della Banca Mondiale, che svelano aspetti molto interessanti. «In particolare, il fatto che la maggior parte delle persone sia presente in centri di accoglienza e non per strada. Un aspetto incoraggiante. In secondo luogo, la grande presenza di uomini e di stranieri con quote maggiori rispetto al passato. La pandemia ha portato un peggioramento della povertà estrema nelle aree già in difficoltà. Sono numeri quindi che tenderanno ad aumentare. Serviranno anche politiche di breve termine».

24 giugno 2024