Il Papa: «Senza dialogo tra giovani e nonni la storia non va avanti»

Affidata all'arcivescovo Fisichella l'omelia scritta per la Messa della prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani. «Siamo passati tutti dalle ginocchia dei nonni», le parole di Bergoglio. E ancora: «Ho paura di una società in cui non siamo più capaci di alzare lo sguardo e riconoscerci»

Con l’invito a un vero scambio intergenerazionale, perché «i nonni hanno bisogno dei giovani e i giovani hanno bisogno dei nonni», che «hanno la linfa della storia che sale e dà forza all’albero che cresce», ieri, 25 luglio, Papa Francesco dopo la recita della preghiera dell’Angelus ha ribadito il senso della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, da lui istituita lo scorso gennaio e che da quest’anno verrà celebrata la quarta domenica di luglio, in prossimità della festa dei santi Gioacchino e Anna, i nonni di Gesù. «Senza il dialogo tra i giovani e i nonni – ha continuato il pontefice -, la storia non va avanti, la vita non va avanti: c’è bisogno di riprendere questo, è una sfida per la nostra cultura. I nonni hanno diritto a sognare guardando i giovani e i giovani hanno diritto al coraggio della profezia prendendo la linfa dai nonni».

Già nell’omelia – preparata per la Messa della prima Giornata mondiale dedicata ai nonni e agli anziani dal Papa e letta dall’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, che ha presieduto la solenne celebrazione nella basilica di San Pietro data la convalescenza del pontefice dopo l’operazione al colon – era risultato centrale l’invito di Bergoglio a una nuova alleanza tra le generazioni per «condividere il tesoro comune della vita», per «sognare insieme» e «preparare il futuro di tutti». Vedere, condividere e custodire sono in particolare i tre verbi utilizzati dal Papa per descrivere il rapporto tra le generazioni a partire dall’analisi del brano del Vangelo relativo alla moltiplicazione dei pani e dei pesci.

«L’evangelista Giovanni – ha messo in luce Francesco – all’inizio del racconto sottolinea questo particolare: Gesù alza gli occhi e vede la folla affamata dopo aver camminato tanto per incontrarlo. Così inizia il miracolo, con lo sguardo di Gesù, che non è indifferente o indaffarato ma avverte i morsi della fame che attanaglia l’umanità stanca» e «negli occhi di Gesù vediamo lo sguardo di Dio: è uno sguardo attento, che si accorge di noi». Questo stesso sguardo, «che sa cogliere il bisogno di ciascuno», sono ancora le parole del Papa, è quello «che i nonni e gli anziani hanno avuto sulla nostra vita. È il modo con cui essi, fin dalla nostra infanzia, si sono presi cura di noi. Dopo una vita fatta di sacrifici, non sono stati indifferenti con noi o indaffarati senza di noi. Hanno avuto occhi attenti, colmi di tenerezza». Poi con un’immagine concreta ed efficace il Papa ha osservato come «siamo passati tutti dalle ginocchia dei nonni, che ci hanno tenuti in braccio. Ed è anche grazie a questo amore che siamo diventati adulti». Quindi, il monito a interrogarsi su «quale sguardo abbiamo verso i nonni e gli anziani» e, ancora, la constatazione amara di Francesco: «Soffro quando vedo una società che corre, indaffarata, indifferente» e «ho paura di una società nella quale siamo tutti una folla anonima e non siamo più capaci di alzare lo sguardo e riconoscerci».

Necessaria, dunque, una riflessione sul valore della condivisione perché, ha fatto notare il Papa osservando come il miracolo dei pani e dei pesci sia reso possibile dal dono di un ragazzo, «oggi c’è bisogno di una nuova alleanza tra giovani e anziani, c’è bisogno di condividere il tesoro comune della vita, di sognare insieme, di superare i conflitti tra generazioni per preparare il futuro di tutti. Senza questa alleanza di vita, di sogni e di futuro rischiamo di morire di fame, perché aumentano i legami spezzati, le solitudini, gli egoismi, le forze disgregatrici» mentre «solo insieme possiamo andare avanti, nella società e nella Chiesa», è l’esortazione di Francesco.

Infine, richiamando ancora il brano evangelico e la raccomandazione di Gesù a raccogliere i pezzi di pane avanzato, che «può sembrare poca cosa ma agli occhi di Dio niente deve essere scartato e a maggior ragione nessuno è da scartare», Bergoglio nella sua omelia ha sottolineato la dimensione del “custodire” e che «i nonni e gli anziani non sono degli avanzi di vita, degli scarti da buttare». Tutt’altro: «Possono ancora nutrirci con una fragranza che abbiamo perso, “la fragranza della misericordia e della memoria”», ha spiegato ancora il Papa, concludendo poi con l’invito a non perdere «la memoria di cui gli anziani sono portatori, perché siamo figli di quella storia e senza radici appassiremo. Essi ci hanno custoditi lungo il cammino della crescita, ora tocca a noi custodire la loro vita».

26 luglio 2021