“Selma”, la battaglia di Martin Luther King

La pellicola di Ava Duvernay dedicata all’uomo che morì a 39 anni «combattendo per la libertà di cui tutti noi oggi beneficiamo»

La pellicola di Ava Duvernay dedicata all’uomo che morì a 39 anni «combattendo per la libertà di cui tutti noi oggi beneficiamo»

Anche in questo febbraio si incrociano due importanti avvenimenti cinematografici. A Berlino si è svolto il Festival, edizione numero 65, dal 5 al 15 febbraio. Pochi giorni dopo, domenica prossima, 22 febbraio, va in scena al Dolby Theatre di Los Angeles la serata per la consegna dei Premi Oscar numero 87. Tra i titoli in gara per il miglior film, alcuni sono già programmati da qualche tempo: American Sniper di Clint Eastwood; Birdman di Gonzales Inarritu; The Imitation Game di Morten Tydlum; La teoria del tutto di James Marsh. Un altro titolo è in uscita in questo fine settimana nelle sale. Si tratta di Selma, ispirato a fatti realmente accaduti. Si torna dunque alla primavera del 1965, quando una serie di eventi drammatici cambiò per sempre il destino dell’America e il concetto di diritti civili. Ci fu bisogno di un gruppo di coraggiosi manifestanti che, guidati da Martin Luther King jr, per tre volte tentarono di portare a termine una marcia pacifica in Alabama, da Selma a Montgomery, con l’obiettivo di ottenere l’imprescindibile diritto al voto per tutti gli americani. Tutte le fasi che hanno infine spinto il presidente americano Lyndon B. Johnson a firmare lo storico Voting Rights Act nel 1965 vengono ripercorse, sempre tenendo al centro dell’azione Martin Luther King, figura di indiscusso carisma, convinto sostenitore della necessità di non cedere niente ad accordi e compromessi e tuttavia di non fare mai ricorso a gesti violenti.

«Trovo sorprendente – dice Ava Duvernay, la regista – che nei 50 anni passati dalla morte di King non ci sia mai stato un film incentrato su di lui come protagonista. Siamo portati a pensare a King come a una statua o a un discorso; invece è stato un uomo morto a 39 anni combattendo per la libertà di cui tutti noi oggi beneficiamo». Produttrice e regista di film indipendenti, premiata come migliore regista al Sundance festival 2012, la Duvernay ha optato per una regia di forte realismo. Il copione è stato girato in gran parte nello Stato dell’Alabama, in molti degli stessi luoghi dove sono successi gli eventi storici. Anziani dell’Alabama che hanno vissuto quei fatti sono stati coinvolti nelle riprese: una scelta fondamentale per ridare anima e verità all’azione. Così la distanza tra passato e presente si è molto assottigliata, e la dinamicità del documento consente di evitare le secche del «prevedibile» e aprirsi agli spazi del metastorico. Fare storia, memoria e tenere aperti gli allarmi: per evitare il ripetersi di simili situazioni.

20 febbraio 2015