Segre al Senato: «A 100 anni dalla marcia su Roma, provo vertigine»

Presieduta dalla senatrice a vita la prima seduta della XIX legislatura. L’omaggio al presidente emerito Napolitano e l’accento sul ruolo della Costituzione, «il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del nostro popolo»

«Oggi sono particolarmente emozionata di fronte al ruolo che in questa giornata la sorte mi riserva». Sono le parole pronunciate questa mattina, 13 ottobre, nell’aula di Palazzo Madama da Liliana Segre, incaricata di presiedere la prima seduta del Senato della XIX legislatura, data l’assenza per motivi di salute del presidente emerito Giorgio Napolitano. Accompagnata dal lungo applauso e dalla standing ovation dell’aula, Segre ha ricordato che in questo mese di ottobre cade il centenario della Marcia su Roma, che dette inizio alla dittatura fascista. E «tocca proprio a una come me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica».

Il riferimento della senatrice a vita, sopravvissuta alla Shoah, è alla sua esperienza di bambina.  «Il valore simbolico di questa circostanza casuale – ha spiegato – si amplifica nella mia mente perché ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre ed è impossibile per me non provare una sorta di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato!».

Avviando la XIX legislatura in Senato, la presidente Segre ha rivolto il suo omaggio al presidente emerito Napolitano, indirizzandogli i suoi auguri «nella speranza di poterlo rivedere presto ristabilito in Senato». Quindi ha parlato della Costituzione, «il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del nostro popolo. Come disse Piero Calamandrei – ha continuato – non è un pezzo di carta ma è il testamento di 100mila morti caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta che non inizia nel settembre del 1943 ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti. Il popolo italiano ha sempre dimostrato un grande attaccamento alla sua Costituzione, l’ha sempre sentita amica», la constatazione di Segre.

Nel discorso della presidente anche il riferimento alle festività civili – le «ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria» – attorno a cui si riconoscono le «gradi» nazioni. «Perché non dovrebbe essere così anche per il popolo italiano? Perché mai dovrebbero essere vissute come date “divisive” anziché con autentico spirito repubblicano, il 25 aprile festa della Liberazione, il 1° maggio festa del lavoro, il 2 Ggugno festa della Repubblica?», ha domandato tra gli applausi dell’aula. Al termine del suo discorso, la standing ovation dei senatori.

13 ottobre 2022