Se l’etrusco è moderno il Museo vola sui social

Successo del polo di Villa Giulia con la svolta operata dal direttore Nizzo. La vita in lockdown? «Ironia e diletto le chiavi narrative». Il 24 febbraio, visita virtuale

Non si è mai interrotto il legame tra il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e il suo pubblico di riferimento. Merito della svolta operata dal suo eclettico direttore, l’archeologo Valentino Nizzo, che lo guida dal 2017 a oggi, a parte alcuni mesi di interruzione su riorganizzazione dell’ex ministro Bonisoli. Il Museo è una delle poche istituzioni ad aver puntato sulla tecnologia e sui canali social ben prima della pandemia. I profili Facebook e Instagram sono sempre aggiornati, esiste un canale YouTube dedicato (Etruschanel) e il sito istituzionale è particolarmente fruibile dai navigatori. Sul sito sono state investite tante risorse ed è stato uno dei principali punti di partenza per una comunicazione efficace anche durante il lockdown.

apollo di veio, museo etrusco
Apollo di Veio

«A marzo 2020 su YouTube eravamo al secondo posto per visualizzazioni fra le istituzioni museali statali, dopo il Museo Egizio di Torino ma prima degli Uffizi – racconta Nizzo -, ci siamo impegnati a produrre subito contenuti coinvolgenti. Ad esempio, all’inizio della pandemia ho trasmesso dirette video dalle sale del museo in completa solitudine ma l’intero staff si è presto organizzato in modo da comunicare con il pubblico attraverso i canali digitali». Oggi il sito del museo è pieno di iniziative, in particolare per il pubblico dei ragazzi, con attività didattiche e giochi a tema. Questa attenzione rende il museo un luogo perfetto per le famiglie e per gli studenti ma anche per le madri con i piccoli, che si sentono particolarmente accolti grazie anche grazie al “baby pitstop”, un’area di comfort in un contesto particolare come quello della storica villa.

Continua, in parallelo, l’impegno nella divulgazione ma via internet: «Abbiamo segnalato al ministero dell’Istruzione la possibilità di effettuare gite virtuali in due appuntamenti, il 13 gennaio e il 10 febbraio, quando alle 11 del mattino si sono collegate più di mille persone, in prevalenza alunni. Il prossimo appuntamento vedrà coinvolte forse ancora più persone: a grande richiesta il 24 febbraio sarà alle 17 e si intitolerà “A scuola con gli Etruschi family edition”», annuncia Nizzo. Quanto alla vita in lockdown, «abbiamo giocato molto sull’ironia e sul diletto come chiavi narrative, per generare benessere nelle persone collegate da casa in una situazione difficile come quella dell’anno scorso – continua il direttore -. La tecnologia ci ha resi orizzontali, raggiungibili da persone con difficoltà e da chi vive all’estero, dunque da chi ha limitazioni contingenti ma anche permanenti». All’insegna dell’inclusività, nella convinzione che i musei debbano accogliere, non “elevare”. «Siamo noi operatori della cultura a doverci elevare al livello del pubblico per convincere le persone a passare il proprio tempo con noi, persuadendoli che i musei siano luoghi interessanti e stimolanti, perché qui curiamo le persone in assenza di malattie».

villa giulia museo etrusco
Villa Giulia

In questa fase l’istituzione di Villa Giulia sta lavorando soprattutto in presenza ma senza dimenticare le iniziative sulle piattaforme social. «Abbiamo collaborato con la Società Ega di Maurizio Amoroso per un videogioco sugli etruschi fedele alla storia, in cambio del contributo sui diritti delle immagini e di una parte di proventi. Grazie a questa iniziativa abbiamo ottenuto un budget da investire per migliorare i collegamenti internet del museo, che ci consentono di attivare una comunicazione a distanza molto più efficiente. Attraverso questo videogioco siamo andati in diretta su un social dedicato ai games per dialogare con i ragazzi rispondendo alle loro domande».

Le prime settimane di riapertura hanno ricevuto un buon livello di attenzione, considerando che il tema degli Etruschi fatica ad entrare nell’immaginario collettivo degli italiani soprattutto a causa di una divulgazione pressoché limitata alle scuole primarie. Nonostante questo, il museo è arrivato a fine 2019 a quota 85mila visitatori e la perdita imputabile alla pandemia è inferiore, in percentuale, a quella di altri prestigiosi siti culturali della Capitale. La mancanza delle scolaresche in gita viene compensata dalle famiglie in visita in mattinata o dopo l’orario scolastico. «A livello territoriale siamo ben radicati. Tra i primi, nel 2017, a lanciare il sistema di abbonamenti, siamo stati ripagati da un nucleo di visitatori fedeli che così contribuiscono alla valorizzazione del patrimonio». A breve verrà riaperta, dopo una ristrutturazione, la caffetteria, poi si sta lavorando a un terzo laboratorio di restauro che sia accessibile al pubblico. Fondamentale sarebbe, infatti, che in occasione del restauro dell’opera iconica del museo, “Il Sarcofago degli sposi” si potesse comunque garantire l’accesso dei visitatori.

23 febbraio 2021