“Se c’è rischio non è un gioco”

Al via la campagna di informazione per i ragazzi del Lazio sui pericoli dell’azzardo. Tarzia: «Il pericolo, rincorrere un fenomeno in continua crescita»

Al via la campagna di informazione per i ragazzi delle scuole superiori sui pericoli dell’azzardo. Tarzia: «Il pericolo è rincorrere un fenomeno in continua crescita»

Non è solo un’esigenza educativa, la sensibilizzazione dei giovani ai rischi del gioco d’azzardo rischia di essere una tardiva risposta a un fenomeno in costante crescita. Il 48,2% degli studenti delle scuole superiori ha dichiarato di “consumare” abitualmente scommesse sportive, slot machine e video poker. Tra questi, il 10,9% è a rischio di dipendenza, il 6% è già affetto da gioco patologico. A lanciare l’allarme è stato il Dipartimento antidroga evidenziando come per gli adolescenti i pericoli arrivino dai giochi online e dalle “app” presenti, spesso preinstallate, negli smartphone: oltre 11mila quelle in Italia, 30 quelle create per bambini; un anno fa erano solo 11.

La campagna informativa “Se c’è rischio non è un gioco”, rivolta agli studenti delle scuole superiori del Lazio, cerca di arginare questa deriva attraverso una brochure a fumetti, con giochi, quiz e informazioni utili, per sensibilizzare sui rischi del gioco patologico. L’iniziativa è stata illustrata ieri, lunedì 9 febbraio, dalla consigliera regionale Olimpia Tarzia, vicepresidente della commissione Cultura e politiche giovanili. Alla conferenza di presentazione, a cui hanno assistito anche molti studenti e insegnanti, hanno preso parte anche lo psichiatra Alessandro Meluzzi, il consulente della commissione Antimafia Ranieri Razzante e Alberto Colaiacomo della Caritas di Roma.

La consigliera Tarzia ha illustrato le diverse iniziative messe in campo dalla Regione e ispirate alla legge quadro in materia, da lei promossa, approvata all’unanimità in Consiglio. «La preoccupazione – ha fatto notare – è di rincorrere un fenomeno in continua crescita, che mette in ginocchio migliaia di famiglie». Tarzia ha poi spiegato che il sussidio predisposto per le scuole «è uno strumento a disposizione di tutti, da utilizzare con l’ausilio di esperti e le testimonianze delle associazioni e delle forze dell’ordine». Alberto Colaiacomo, della Caritas di Roma, ha presentato invece le iniziative dell’organismo diocesano, tutte indirizzate verso la formazione dei parroci e dei loro collaboratori pastorali, degli insegnanti e dei giornalisti. Parlando dell’impegno nelle scuole, Colaiacomo ha detto che è importante «inserire l’informazione sul gioco d’azzardo in un contesto più ampio che riguarda l’educazione agli stili di vita e di consumo». Il rappresentante Caritas ha inoltre fatto notare il pericolo crescente per i giovani che deriva dall’associare l’azzardo agli eventi sportivi, l’unico ramo delle scommesse che nell’ultimo anno non ha subito una diminuzione di fatturato e che non ha regolamentazioni pubblicitarie, al contrario di slot e lotterie.

Per il consulente della commissione Antimafia Ranieri Razzante, «ai giovani va detto chiaramente che i soldi spesi per l’azzardo, soprattutto per quello online, vanno in gran parte a finanziare la criminalità organizzata che sempre più si inserisce nei vertici intermedi della catena distributiva dei giochi». Lo psichiatra Alessandro Meluzzi poi, prendendo a riferimento alcuni brani di cantautori italiani e facendo una carrellata sulle “prove di coraggio” dei giovani che vengono presentate nella letteratura, ha illustrato come la propensione al “rischio” sia una dimensione della psiche che caratterizza l’età dell’adolescenza.

«Il progetto – ha concluso Olimpia Tarzia – partirà dalle superiori del Lazio e farà da apripista per ulteriori iniziative su tutto il territorio nazionale, nella convinzione che possa rappresentare uno strumento utile per prendere coscienza dei rischi nascosti dietro il gioco d’azzardo, nell’ottica della promozione di una autentica cultura della vita».

10 febbraio 2015