Scuole paritarie, Fidae e Fism lanciano l’allarme

Grave situazione causata dall’emergenza Covid. Metà delle materne rischiano la chiusura. Appello per provvedimenti urgenti

L’emergenza sanitaria dovuta all’epidemia di coronavirus sta avendo ripercussioni anche sul mondo delle scuole cattoliche paritarie che, secondo gli ultimi dati del Miur, in Italia sono 12.564 e accolgono 866.805 studenti. Gli istituti infatti si sostengono con le rette pagate dalle famiglie, molte delle quali versano però in difficoltà economica a causa della sospensione di gran parte delle attività produttive. Stando così le cose, senza un intervento dello Stato, il 30% delle strutture sarà destinato a chiudere entro settembre.

L’allarme è stato lanciato nelle scorse settimane dalla Conferenza episcopale italiana che ha affrontato la questione anche nel documento finale della sessione primaverile del Consiglio permanente, proponendo un fondo statale straordinario destinato agli istituti paritari, oltre alla detraibilità fiscale delle rette.

«La situazione delle scuole cattoliche dell’infanzia regionali che fanno riferimento alla nostra associazione – illustra Antonio Trani, presidente della Federazione italiana scuole materne (Fism) di Roma e del Lazio –, è anche più grave di quella nazionale. Su 432 istituti, per un totale di 960 sezioni e più di 20mila bambini, allo stato attuale potrebbero essere la metà quelli costretti a chiudere». Per Trani è urgente che «lo Stato intervenga in maniera concreta con un bonus che permetta liquidità economica immediata alle strutture e alle famiglie, a copertura delle rette di nidi e scuole dell’infanzia per i mesi da marzo a giugno».

Per il presidente della Fism laziale si tratta di «un’azione preventiva» se si calcola che laddove «le nostre scuole chiudessero, da settembre il numero di alunni che nel Lazio si riverserebbe nelle scuole statali avrebbe per lo Stato un costo di circa 200milioni di euro». Il tutto in un momento in cui, «essendo necessario garantire il distanziamento sociale per esigenze di salute pubblica ancora per molti mesi, le strutture potrebbero non essere idonee né sufficienti per far fronte alla richiesta». Trani auspica quindi che «venga seriamente preso in considerazione dal Governo, in vista del prossimo cosiddetto “decreto aprile”, l’ordine del giorno relativo al contributo statale a sostegno del pagamento delle rette».

Dello stesso parere suor Clara Biella, presidente per il Lazio della Federazione degli istituti di attività educative (Fidae) cui afferiscono più di 180 scuole paritarie primarie e secondarie di primo e secondo grado. «Non si chiedono né privilegi né elemosine – afferma la religiosa – ma semplicemente interventi specifici di sostegno per garantire continuità agli istituti. Ad esempio la detraibilità integrale delle rette, l’estensione alle scuole paritarie del credito d’imposta per gli affitti o altre agevolazioni di tipo fiscale quali rateizzazioni o riduzioni che potranno aiutare a superare la crisi». Ancora, il richiamo alla legge 62/2000, che riconosce «il servizio pubblico offerto nell’interesse del bene comune dagli istituti cattolici», sono le parole di suor Biella, e dunque che «la scuola paritaria è parte costitutiva ed integrante dell’unico sistema educativo nazionale».

27 aprile 2020