Scuole cattoliche, contributi statali ancora insufficienti

Suor Biella (Fidae Lazio): «Molti istituti hanno ricevuto solo un acconto e attendono gli arretrati». Chiarazzo (Ufficio diocesano): «In dialogo con tutte le realtà»

Sono 166 – per un totale di circa 40mila alunni, da quelli dell’infanzia a quelli della secondaria di secondo grado -, le scuole cattoliche che operano nella diocesi di Roma nel corrente anno scolastico. A fornire questo dato è Rosario Chiarazzo, direttore dell’Ufficio scuola del Vicariato, che sottolinea come l’organo diocesano «è un ufficio pastorale, la cui missione consiste anche nel sostenere l’identità evangelica e nel promuovere la comunione ecclesiale delle scuole cattoliche presenti nel territorio», laddove questo «risponde ad uno dei bisogni educativi oggi più urgenti: promuovere un servizio ispirato al Vangelo e adeguato al presente, aperto a tutti e capace di operare una sintesi tra fede, cultura e vita».

Con questa finalità «siamo costantemente in dialogo con i responsabili delle scuole cattoliche, con i coordinatori delle attività educative e didattiche e con i gestori – continua Chiarazzo -, oltre che con gli insegnanti di religione cattolica che vi operano, preziosa risorsa a motivo della loro doppia appartenenza – alla diocesi e alla scuola – che ne fa un importante anello di collegamento ecclesiale, ponte non solo di cultura ma anche di comunione».

Ancora, «l’Ufficio si interfaccia regolarmente con i rappresentanti delle principali associazioni di categoria delle scuole cattoliche ovvero Fidae, Fism, Agidae e Agesc», dice il referente diocesano, convinto che «le sfide educative dei nostri giorni interpellano tutti per un patto globale per realizzare esperienze educative che possano radicare negli alunni la pratica evangelica della solidarietà e dell’aiuto del prossimo».

Anche per suor Clara Biella, presidente per il Lazio della Federazione degli istituti di attività educative (Fidae), il cuore dell’azione educativa delle scuole cattoliche «sono i valori che si vogliono mantenere e salvaguardare» per garantire, «in una società pluralistica come quella attuale, la libertà di scelta delle famiglie di un progetto educativo per i propri figli che ponga al centro l’umanesimo cristiano». Primariamente per questo è importante sostenere anche economicamente queste scuole, foriere «di un progetto educativo che è stato portato avanti in anni di storia e con generazioni e generazioni di studenti», dice la religiosa, riconoscendo da un lato «gli sforzi fatti dal ministero con l’erogazione di contributi e l’emanazione di decreti per il sostegno alle realtà cattoliche», dall’altro come «questi non sono ancora sufficienti», tenuto anche conto che in diversi casi, «non solo a Roma ma nel Lazio in generale, molte scuole hanno ricevuto dall’Ufficio scolastico regionale solo un acconto e sono in attesa degli arretrati».

Da qui la necessità «che questo aspetto economico, che è strumentale per garantire la finalità educativa, venga sanato in vista del futuro in modo coerente e concreto» perché, in concomitanza con «altre cause come il calo della natalità», queste criticità «sono un campanello d’allarme», ammonisce suor Biella. Ancora, per la referente regionale è auspicabile che si realizzi «un progetto culturale mediante un sistema integrato» laddove «lo stimolo e lo scambio tra scuole cattoliche e scuole statali offra sempre nuove possibilità per il bene dei ragazzi, il centro dell’azione educativa».

17 giugno 2024