Scuola, puntare in alto

Don Morlacchi, direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale scolastica: «Riportare l’attenzione sui grandi temi educativi. Da domenica 14 settembre una Messa mensile a San Bernardo alle terme per gli insegnanti»

«La ricchezza dell’intervento del Papa nell’udienza del 10 maggio scorso al mondo della scuola è nel suo invito a puntare in alto. Indicare la missione della scuola nello sviluppo del senso del vero, del bene e del bello significa restituire alla scuola il senso autentico del motivo per cui esiste». Don Filippo Morlacchi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale scolastica, riparte da quel 10 maggio per indicare gli obiettivi della scuola alla vigilia dell’inizio del nuovo anno tra i banchi per migliaia di studenti e professori.

Se le difficoltà della scuola oggi non si possono negare, è vero però che tanti insegnanti sono impegnati nel far innamorare i ragazzi allo studio. «Bisogna riportare l’attenzione – afferma don Morlacchi – sui grandi temi educativi, evitando di vedere le cose soltanto da un punto di vista amministrativo-gestionale, che ispira ad esempio il documento pubblicato dal Governo. Assunzioni e valorizzazione del merito sono fondamentali ma lì si parla poco del senso della scuola.

Il Papa, invece, ha cercato di riconnettere i temi della scuola con la sensibilità popolare, importante in un momento in cui la presenza dei genitori è fragile, “liquida”. Non si può ridurre il dibattito soltanto a numeri o a diritti sindacalmente riconosciuti. Ed è quello che cerchiamo di fare qui all’Ufficio scuola della diocesi». Un impegno che proprio da oggi si avvarrà di una nuova iniziativa: la «Messa della scuola», ogni seconda domenica del mese, alle 11, nella chiesa di San Bernardo alle Terme (piazza omonima), con la liturgia presieduta da don Morlacchi, una riflessione teologica o pedagogica, magari ispirata da un libro, e un momento artistico-musicale.

Una novità all’insegna dell’aggiornamento e dell’amicizia, rivolta a tutti gli insegnanti «per tenere desta l’attenzione sui temi della scuola», ma anche agli studenti dell’ultimo anno delle superiori. La scelta del monastero – spiega don Morlacchi, che in passato per un anno ha vissuto in un monastero cistercense – è nella sua natura di «luogo fondamentale di produzione e custodia della cultura, come è la scuola», e sottolinea inoltre l’importanza della dimensione interiore per gli insegnanti, chiamati a riscoprire e alimentare le motivazioni del loro lavoro.

Una vera e propria vocazione, precisa il direttore dell’Ufficio scuola, «un servizio prezioso già ribadito dal Concilio». Delusioni e frustrazioni, però, sono sempre dietro l’angolo. «Il rischio è un appannamento delle idealità educative. Per questo ben venga il rilancio della formazione, a patto che si tratti di percorsi tesi a valorizzare i risultati raggiunti piuttosto che di corsi da seguire con l’obbligo della firma. Lavorare sulle motivazioni è uno dei nostri impegni». L’obiettivo finale è favorire la crescita del rapporto tra scuola e famiglia che può assicurare al meglio la sana crescita dei ragazzi. «La scuola – ha detto il Papa – è la prima società che integra la famiglia».

Richiamo necessario in un tempo in cui le difficoltà di questo rapporto, cioè di quello tra insegnanti e genitori, sono evidenti: basta osservare un colloquio a scuola. «Ricreare quest’alleanza – sottolinea don Morlacchi – è fondamentale, riconoscendo l’autorevolezza del docente con la verifica del suo progetto educativo. I genitori sono in difficoltà nell’educazione dei propri ragazzi ma è essenziale che sappiano costruire un dialogo con gli insegnanti».

15 settembre 2014