Scuola, petizione delle associazioni contro il gender

In poche settimane raccolte 50mila sottoscrizioni. Su Twitter l’hashtag #Nogender. La richiesta: rispettare il ruolo della famiglia nell’educazione ad affettività e sessualità
Contrastare la strategia di genere in atto nelle scuole ed emanare precise direttive affinché sia rispettato il ruolo della famiglia e il diritto dei genitori ad educare i figli. Sono le richieste delle associazioni Pro Vita Onlus, Giuristi per la Vita, Movimento per la Vita e genitori di Age e Agesc al premier Matteo Renzi, al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e al futuro presidente della Repubblica attraverso una petizione che è stata presentata ieri, mercoledì 21 gennaio, in Senato.

La vicenda è nota. A partire dalla diffusione dei libretti dell’Unar, nati con lo scopo di contrastare le differenze ma realizzati solo con il contributo delle associazioni Lbgt, fino alle favolette lette in alcuni asili nido di Roma dove si raccontano le storie delle due mamme e dei due papà, tutto nasce da una base precisa: cancellare le differenze sessuali e insegnare ai bambini a scegliere cosa vogliono essere. Per Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, «quella del gender è una strategia devastante che va contro il principio di diritto naturale e fa considerare l’appartenenza a un sesso una scelta culturale».

In poche settimane la petizione ha raggiunto 50mila sottoscrizioni. È stata lanciata sui social network, su Twitter con l’hashtag #nogender. «Se raggiungerà un numero consistente di adesioni – afferma Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita -, sarà un modo per contrastare la cultura dominante secondo cui il sesso non conta nulla, si sceglie se essere uomo o donna. La scuola deve sostenere l’educazione perché bene comune e non il contrario».

«L’appello a tutti – afferma Fabrizio Azzolini, presidente dell’Age (Associazione italiana genitori) – è firmare la petizione per il rispetto del ruolo dei genitori nell’educazione dei figli. Un diritto-dovere obbligatorio e insostituibile che lo Stato deve sostenere, così com’è obbligatorio il controllo dei genitori su ciò che la scuola intende fare. Spesso, infatti, le famiglie non sanno dove può arrivare la loro corresponsabilità educativa a scuola».

Secondo Ernesto Mainardi, dell’Agesc (Associazione genitori delle scuole cattoliche), «la strategia del gender ha già invaso le scuole e diverse iniziative vengono denunciate dai genitori che scoprono così che tipo di educazione sessuale viene impartita ai loro figli senza alcuna autorizzazione da parte loro. Il rischio è far perdere alla scuola il suo ruolo educativo e ai genitori fiducia nel sistema scolastico. Promuovere tutte le famiglie, eccetto quella normale, non è una lotta alla discriminazione ma solo un pretesto per indottrinare le generazioni future».

La negazione della naturale differenza sessuale, la libertà di identificarsi in qualsiasi “genere”, l’equiparazione di ogni forma di unione e di “famiglia” e la giustificazione e normalizzazione di ogni comportamento sessuale fanno parte di questa strategia. «In Paesi come Inghilterra e Australia – dicono i promotori – simili strategie educative hanno causato una sessualizzazione precoce della gioventù, che ha portato a un aumento degli abusi sessuali, alla dipendenza dalla pornografia, all’attività sessuale prematura con annesso di gravidanze e aborti già nella prima adolescenza. Esiti che si commentano da soli. Con questa petizione vogliamo ottenere più attenzione da parte del ministero dell’Istruzione e dal dipartimento delle Pari opportunità: vogliamo essere coinvolti nei progetti futuri».

Fondamentale diventa il ruolo dei genitori anche per Emanuela Micucci, portavoce dell’Age. «È necessario introdurre il consenso informato della famiglia su tutti i progetti che la scuola vuole portare avanti – dichiara -. La scuola si poggia su tre gambe: insegnanti, alunni e famiglia. Quest’ultima delega alla scuola l’istruzione ma ha l’obbligo di vigilare su quello che la scuola fa».

È possibile aderire alla petizione online direttamente sul sito dedicato http://www.citizengo.org/it/14837-una-sana-educazione-alla-sessualita e sui siti delle associazioni proponenti.

22 gennaio 2015