Scuola, la lettera del Forum famiglie Lazio al governatore Zingaretti

Alcune proposte concrete per «accendere i riflettori sul diritto allo studio dei ragazzi e la necessità di un’alleanza educativa», spiega la presidente Balsamo

A pochi giorni dalla data fissata dal governo per la ripresa della didattica in presenza anche per i ragazzi delle scuole superiori – seppure non ancora al 100% -, lunedì 11 gennaio, dal Forum famiglie Lazio arriva una lettera indirizzata al presidente della Regione Nicola Zingaretti,  per «accendere i riflettori su un tema che riguarda il futuro di tutti: il diritto allo studio dei nostri ragazzi e la necessità, oggi più che mai, di rinsaldare l’alleanza educativa coinvolgendo, in un’ottica di corresponsabilità, scuola, famiglie, istituzioni, società civile organizzata». A promuoverla, la presidente Alessandra Balsamo e Piergiorgio Berardi, presidente Age (Associazione italiana genitori) Lazio, spinti dai dati della recente indagine di Ipsos per Save the Children sugli studenti italiani che stanno affrontando le restrizioni causate dalla pandemia.

In particolare, il 28% degli adolescenti dichiara che dall’inizio della pandemia almeno un compagno nella propria classe ha smesso di frequentare la scuola. Più di uno studente su 3 si sente impreparato e il 46% ha la sensazione che il 2020 sia stato un «anno sprecato». Di qui i diversi campanelli d’allarme lanciati nella lettera, dalla salvaguardia della salute e della sicurezza alla carenza di strumenti – «e talvolta anche di competenze» -, che non è ancora un problema superato per molte famiglie alle prese con la didattica a distanza, fino alla conciliazione dei tempi famiglia-lavoro – «perenne questione nodale, aggravatasi tra dad e smartworking» – e alla necessità della ripresa dell’attività fisica e di movimento all’aperto «per lo sviluppo socio-psicologico dei minori».

Per i firmatari della lettera, «l’emergenza ha evidenziato che la famiglia è l’unica vera risorsa stabile su cui il Paese può contare», pertanto, è tempo di riconoscerla come «soggetto sociale al centro di politiche interdipendenti». Quindi, spazio ad alcune proposte concrete. Anzitutto, che «si introduca il principio che ogni azione politica e istituzionale debba preventivamente considerare la Valutazione di impatto familiare: un sistema giuridico/amministrativo – è spiegato nel testo – in cui viga il principio generale per cui le misure adottate devono contemplare uno strumento che valuti l’impatto della legislazione nazionale o locale e degli atti amministrativi di rilevanza nazionale o locale sulla famiglia nel suo complesso e come soggetto unitario di diritti e obblighi».

La seconda proposta è che «si attuino dei Patti educativi di comunità, secondo il principio di sussidiarietà, che valorizzino l’interlocuzione diretta e consentano di sperimentare nuove modalità di “fare scuola” anche mediante cabine di regia, tavoli e consulte nei quali i genitori abbiano un ruolo attivo e una rappresentanza garantita». Ancora, si chiede che «venga considerata e utilizzata la risorsa della scuola paritaria. Sappiamo – scrivono Balsamo e Berardi – che l’emergenza ha comportato gravose difficoltà all’economia delle famiglie che usufruiscono del sistema delle scuole paritarie, che, al di fuori di stereotipi, sono per la buona parte famiglie dei ceti medio bassi, salvo alcune eccezioni. È evidente – proseguono – che buona parte delle scuole paritarie ancora oggi esistenti e che danno un servizio a oltre 900mila allievi (impiegando circa 180mila dipendenti) sarà compromessa da questa crisi economica con ulteriori costi a carico dello Stato, oltre che necessità di nuovi spazi per accogliere la massa di nuovi utenti che si riverserà sulla scuola statale».

8 gennaio 2021