Scuola: dai ragazzi una “lezione adulta”

Cosa lasciano quest’anno ai grandi, anche di fronte a una realtà che ci ha messo in ginocchio. La richiesta reale e viva di un’alleanza generazionale

Termina anche questa quarta stagione di #quindiciventi, un tentativo periodico di sguardo sul mondo delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, che a riscorrere l’elenco dei pezzi usciti, mai come quest’anno è stato un rincorrere una realtà imprevista e alla quale, tutti, abbiamo cercato di dare gradualmente perimetro, significati, senso. Termina per me questa mattina di fronte a un lago calmo e fermo dove passo qualche giorno di vacanza, che per chi ha a che fare gran parte dell’anno in casa e in classe con adolescenti parrebbe una specie di terapia cercata volutamente, anche se poi non lo è.

Ma proprio stamane, difronte al lago, un po’ come si fa con i consigli da dare in questi tempi, ad esempio con le letture estive, mi sono chiesto cosa avrei potuto dire a chi esce come me da un anno a contatto con quella fascia d’età per la quale la tranquillità del lago è forse l’ultima delle immagini possibili. Ho provato a pensarci, ma m’è venuto in mente ben poco, ché a dirla tutta siamo in un’epoca nella quale i consigli lasciano il tempo che trovano. Ho pensato allora di fare un piccolo bilancio di quello che loro, i ragazzi e le ragazze, mi hanno consegnato quest’anno, non tanto come conferme, quanto come pietre d’inciampo, perché di quelle sì che da un certo punto della vita in poi c’è bisogno, che siano benedette.

Anzitutto una lezione adulta. In un anno in cui i “grandi” sono di nuovo impazziti di fronte a una realtà che ci ha sorpreso e messo in ginocchio, oltre che rinchiuso ancora una volta in casa, i ragazzi e le ragazze, fin dal silenzio delle loro stanze, hanno continuato a crescere e forse davvero sono diventati più adulti di noi. Dico questo anche cercando di trattenere la stizza per la bestialità semplificatoria che ho avvertito nelle ultime polemiche, a partire da quelle sui risultati Invalsi, i nuovi processi alla scuola tutta, le soluzioni in tre righe e le sentenze al chilo, le verità in tasca e le ragioni giù dalla finestra.

Le ragazze e i ragazzi poi mi hanno mostrato la possibilità e la richiesta reale e ancora viva di un’alleanza generazionale, che per quanto faccia comodo raccontarli e raccontarci come mondi in conflitto e placche tettoniche in inesorabile separazione, esiste lo spazio della richiesta reciproca, eccome se esiste ancora: uno spazio dove nel rispetto si cede il passo mostrando possibili vie da una parte, dove ci si sente liberi di puntare i piedi per fare forza e appoggiarsi dall’altra, dove la costruzione della vita, la propria e dell’altro, non è il perpetrarsi di un egoismo personale ma il generarsi reciproco attraverso la condivisione.

Infine, sarà retorico ma ce ne faremo una ragione, a me contemplare queste ragazze e questi ragazzi – che continuano a pretendere e a prendersi la vita giorno per giorno, con questo mondo che gli è stato costruito intorno fatto di confini e barriere per lo più invisibili, che s’aspettano poco o niente dal futuro perché il grosso se lo sono presi altri, ma che comunque vanno avanti, fanno esami come quelli che ho visto fare a giugno – lasciare in dote a tutti quei sorrisi che se chiunque di noi adulti avesse tempo e voglia di vedere riscoprirebbe il cielo, ecco, tutto questo mi commuove profondamente, mi interroga, rende scomoda questa sedia dove mi vorrei fermare, fa diventare anche questo lago fermo un richiamo a essere mare.

21 luglio 2021