Scuola, calendario più lungo? I presidi: decidano le Regioni

Mario Rusconi (Anp Roma e Lazio): «Non è competenza statale». La vera priorità? «Vaccinare al più presto docenti e personale scolastico»

No all’allungamento del calendario scolastico, a meno che non siano le Regioni a deciderlo. Mario Rusconi, presidente dell’Associazione presidi Roma e Lazio, è netto. L’ipotesi di proseguire l’anno scolastico fino al 30 giugno e, nel caso, di svolgere l’esame di maturità anche a lezioni in corso, affidando ai presidi la scelta, non lo trova d’accordo. «Sarebbe un’impostazione profondamente errata, perché il titolo V della Costituzione prevede che il calendario scolastico sia una competenza delle Regioni, per cui saranno queste ultime a decidere se la scuola primaria non chiuderà il 9 o 10 giugno ma sarà prolungata fino al 30, oppure se le scuole superiori avranno una differenza nella chiusura dell’anno scolastico».

L’auspicio però è per una decisione comune. «Noi auspichiamo – afferma Rusconi – che le Regioni non vadano in modo sparso con chiusure diversificate; per le medie e per le superiori mi pare difficile un prolungamento nel periodo di giugno per il semplice fatto che ci sono gli esami di terza media (con un elaborato presentato online?) e la maturità forse fatta in presenza, per cui diventa non semplicissimo pensare di prolungare, non impossibile ma senza dubbio difficoltoso. Aspettiamo le decisioni in merito da parte del ministro Bianchi». Così come c’è attesa, da parte dei dirigenti scolastici, sull’ipotesi circolata della doppia mascherina contro le varianti più aggressive del virus, in merito a eventuali indicazioni del Comitato tecnico-scientifico.

Su tutt’altro fronte, preoccupano le difficoltà di connessione che creano problemi alla didattica a distanza, necessaria per gli studenti che si alternano tra lezioni da casa e in presenza e nei casi di chiusure delle scuole nei lockdown mirati (ora anche nel Lazio): ecco allora la richiesta dell’estensione di una connessione internet stabile e veloce, cosa che ad oggi non accomuna tutte le zone del nostro Paese, e di computer e tablet adeguati. Ma la vera priorità, per Rusconi, è la vaccinazione dei docenti e del personale scolastico, che in diverse regioni è già partita ma con alcune criticità. «Come già abbiamo segnalato, ci sono molti presidi, insegnanti e componenti del personale scolastico che vivono fuori dal Lazio e hanno provato a prenotare il vaccino sia nella nostra regione sia nelle regioni di provenienza ma senza successo. Pertanto abbiamo richiesto di risolvere al più presto questo problema. Inoltre – prosegue – abbiamo richiesto che vengano vaccinate tutte le figure che gravitano nel mondo della scuola, come ad esempio gli assistenti educativi alla comunicazione, oppure lo psicologo che lavora nelle scuole. Non si possono lasciare tutte queste persone fuori dalla campagna vaccinale».

Il problema vero, su questo punto, restano le dosi del siero e i ritardi nelle consegne, come ha puntualizzato l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato, «perché oggi la ripartizione dei vaccini è fatta esclusivamente per il numero dei residenti nella regione».

22 febbraio 2021