Scontri Hamas – Israele: «A rischio servizi pubblici essenziali»

La preoccupazione di Azione contro la fame per l’escalation di violenze . «Stanno aumentando i bisogni umanitaria, in un’area già gravemente colpita dal Covid-19»

«La situazione è molto tesa». Parla da Gerusalemme Lucas Honauer, direttore di Azione contro la fame nei Territori Palestinesi Occupati, esprimendo tutte la preoccupazione dell’organizzazione per l’escalation di violenze innescate dagli scontri tra Hamas e Israele, che hanno già provocato decine di morti, tra cui diversi bambini. «Questi eventi stanno solo aumentando i bisogni umanitari, già enormi, in un’area già gravemente colpita dal Covid-19», prosegue. La violenza infatti è aumentata a Gerusalemme, in particolare nella Città Vecchia,  intorno alla moschea di Al-Aqsa e anche nell’area di Sheikh Jarrah (Gerusalemme Est), dove quattro famiglie palestinesi sono a rischio imminente di sgombero forzato. E anche in Cisgiordania si registra una tendenza all’aumento degli scontri.

Azione contro la fame – che opera nei Territori Palestinesi Occupati dal 2002, con 68 professionisti umanitari – invita entrambe le parti «a rispettare il diritto internazionale umanitario, a proteggere i civili e a consentire alle organizzazioni di fornire in modo sicuro la risposta adeguata alle esigenze umanitarie che aumentano di giorno in giorno. Gli effetti delle violenze, infatti, stanno incidendo anche sulle infrastrutture e sull’approvvigionamento energetico, da cui dipendono migliaia di persone vulnerabili», si legge in una nota diffusa dall’organizzazione. Si prevede infatti che le scorte di carburante possano esaurirsi già alla fine della settimana.  «Un eventuale carenza legata alla fornitura di elettricità avrebbe, inevitabilmente, un impatto sui servizi pubblici, come gli ospedali e gli impianti di desalinizzazione necessari per offrire acqua pulita e sicura». Attualmente, l’aiuto di Azione contro la fame raggiunge 170mila persone in Cisgiordania e Gaza.

14 maggio 2021