Scala Santa, torna lo splendore degli affreschi di San Lorenzo

Dopo il restauro, durato un anno e mezzo, un gruppo di giovani restauratori restituisce i colori originali degli affreschi della cappella

Dopo il restauro, durato un anno e mezzo, un gruppo di giovani restauratori restituisce i colori originali degli affreschi della cappella cinquecentesca

Hanno cinquecento anni ma i loro colori sono ancora vivi e da oggi tutti possono tornare ad ammirarli. Gli affreschi della cappella di San Lorenzo alla Scala Santa sono tornati a risplendere grazie al restauro durato un anno e mezzo ed avvenuto per mano di 9 giovani restauratori del laboratorio del musei Vaticani, guidati dal loro mastro Paolo Violini. L’inaugurazione della cappella è avvenuta oggi, 11 giugno. I lavori completano la seconda fase del progetto di restauro del ciclo pittorico sistino della Scala Santa iniziato nel 2007, dopo una fase di progettazione e studio partita dal 2000.

«Abbiamo effettuato una lenta e minuziosa opera di scavo e pulizia – afferma Paolo Violini, mastro restauratore è responsabile del laboratorio dei musei Vaticani – quando abbiamo cominciato non sapevamo cosa avremmo trovato. È bene, infatti, sottolineare che la cappella aveva già subito diversi restauri, l’ultimo alla fine degli anni 40 del ‘900. Bisogna anche aggiungere che, il concetto di restauro negli anni è cambiato: prima si utilizzavano dei pittori che, fondamentalmente, ridipingevamo gli affreschi per dargli nuova luce. Oggi, invece, i restauratori portano alla luce le opere con i loro colori originali. La difficoltà maggiore che abbiamo incontrato è stata capire il reale stato di conservazione degli affreschi originali, man mano che toglievamo la pittura fatta nel corso degli anni. Per la maggior parte del lavoro abbiano utilizzato tecniche di restauro tradizionale, mentre per alcuni particolari siamo ricorsi alla pulizia tramite laser o alla riconversione chimica dei colori».

Gli affreschi della cappella furono commissionati da Papa Sisto V tra il 1588 e il 1590, a coronamento del Sancta Sanctorum, l’antica cappella papale. L’esecuzione degli affreschi fu affidata ad un folto gruppo di pittori, guidati da Cesare Nebbia e Giovanni Guerra. La guida figurativa di questo nuovo insieme di spazi doveva essere garantita dall’impianto decorativo per guidare e accompagnare il fedele nel suo pellegrinaggio. Questo ciclo pittorico fa parte di un particolare momento storico e artistico, ovvero dell’inserimento della scuola fiamminga nella cultura pittorica romana di fine ‘500.

Nell’ottocento, Papa Pio IX affidò la custodia del Pontificio Santuario della Scala Santa, alla congregazione dei Padri Passionisti la quale, dal 1999, ha promosso un progetto generale di recupero conservativo degli ambienti dell’intero edificio. Padre Ottaviano D’Egidio, superiore generale emerito dei Padri Passionisti, rivolgendosi ai restauratori ha detto: «La vostra opera s’inserisce nella gratuità dei benefattori che hanno contribuito al recupero degli affreschi. Queste immagini non sono solo ornamenti di bellezza ma sono volti che parlano e annunciano la catechesi».

Il restauro è stato possibile grazie ai fondi dei donatori privati, in particolare per la cappella di San Lorenzo dei Patrons of the Arts dei musei vaticani, un’associazione di benefattori che in tutto il mondo offre il loro contributo economico per il restauro di opere d’arte. In quest’occasione, i fondi principali sono arrivati da inglesi e americani. A ringraziarli pubblicamente è stato Padre Mark Haydu, direttore dei Patrons che, condividendo una conversazione avuta con Papa Francesco ha detto: «Il Santo Padre mi ha chiesto come mai persone che non abitano a Roma, sono interessate a contribuire al restauro di opere lontane dalla loro abitazione. Io gli ho risposto che la generosità è una virtù e che queste persone, la maggior parte delle quali sono ora a riposo dopo aver lavorato per una vita intera, sono consapevoli che non godranno sempre della bellezza delle opere che hanno contribuito a restaurare ma lo fanno per lasciare alle generazioni future tali bellezze».

Emozionato Padre Francesco Guerra, rettore del santuario della Scala Santa che dopo aver ringraziato restauratori e benefattori ha confessato:« Quando siamo rientrati qui a celebrare, l’ultimo venerdì di marzo, vedendo questa luce, questa chiarezza e bellezza mi sono sentito il cuore pieno di gioia».

 

11 giugno 2015